Manifestazione pro Palestina: scatta l’allarme infiltrati violenti

Manifestazione pro Palestina: scatta l’allarme infiltrati violenti

Massima attenzione a Roma per la manifestazione pro Palestina del 5 ottobre, nonostante il divieto della questura: forze dell’ordine in allerta.

Scatta l’allerta a Roma per la manifestazione pro Palestina prevista per il 5 ottobre 2024, in coincidenza con l’anniversario dell’attacco di Hamas a Israele. Nonostante il divieto imposto dalla questura, alcuni gruppi potrebbero comunque radunarsi a piazzale Ostiense, provocando un’attenzione altissima da parte delle forze dell’ordine. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha confermato che la manifestazione sarà “gestita con equilibrio”, ma il rischio di infiltrazioni violente resta elevato.

Manifestazione pro Palestina a Roma: controlli a tappeto 

I controlli di sicurezza partiranno già dal mattino, con verifiche ai caselli autostradali e nelle stazioni ferroviarie. Il dispositivo di sicurezza sarà organizzato in cerchi concentrici attorno a piazzale Ostiense, per garantire una sorveglianza capillare. 

Un tavolo tecnico in questura è già al lavoro per definire le misure da adottare, sotto la guida del nuovo questore Roberto Massucci, che ha sottolineato: “Esiste un divieto e va fatto rispettare”, si legge su TGCom24.

Il questore ha anche aggiunto che c’è “un’interlocuzione” e un “dialogo” con i promotori dell’iniziativa di sabato per vedere di “trovare tempi diversi e una cornice di legalità” al corteo.

Gli annunci della comunità palestinese 

La comunità palestinese di Roma e Lazio ha annunciato di non voler disobbedire al divieto, spostando la manifestazione: “Non scenderemo in piazza il 5 – ha spiegato Yousef Salman, presidente della comunità -. Dopo il diniego della questura abbiamo deciso che faremo la manifestazione il 12 ottobre, a Piramide, per chiedere il cessate del fuoco, lo stop al genocidio e ai bombardamenti israeliani al Libano, la Palestina libera”.

Tuttavia, altri gruppi come l’Unione democratica arabo-palestinese hanno confermato la loro presenza in piazza il 5 ottobre. Il loro rappresentante, Khaled El Qaisi, ha dichiarato: “Rifiutiamo questo diktat palesemente politico”.

“Nel divieto – ha aggiunto – la motivazione offerta dalla questura di Roma è quella che la manifestazione non rispecchia la propria narrazione su ciò che accade in Palestina, il riferimento che si fa a motivi di ordine pubblico è generico e fumoso e non vi è traccia di comprovate ragioni di sicurezza o di incolumità pubbliche, unico motivo contemplato dalla Costituzione per vietare una manifestazione”.

Piantedosi e la gestione della sicurezza

Il ministro Piantedosi ha definito “illegale” la manifestazione di sabato, ma ha rassicurato che le forze dell’ordine sono pronte a gestire la situazione con equilibrio. “Non tutti i manifestanti scenderanno in piazza: una sigla molto rappresentativa del mondo palestinese ha accettato il divieto come invito a riprogrammare il corteo sabato 12 ottobre, perché è chiaro che alla vigilia del 7 e per il modo in cui era stata proposta c’era il forte rischio che fosse celebrativa di un eccidio e foriera di turbative di piazza”, ha aggiunto. 

C’è preoccupazione anche da parte del vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas che dal G7 afferma: “Questo vertice avviene in un momento difficile, l’Europa ne è pienamente consapevole. Ci sono due tipi di minacce a cui siamo particolarmente esposti: il terrorismo jihadista e le interferenze di Paesi esteri. Ciò si lega direttamente alla guerra in Ucraina e agli eventi in Medio Oriente. Noi siamo in elevata allerta, stiamo mettendo insieme informazioni in tempo reale, ancora di più in vista di lunedì, anniversario del 7 ottobre: ci dobbiamo concentrare. Serve poi il cessate il fuoco a Gaza, il resto viene da sé”