Manovra 2026: stretta pensioni anticipate, riscatto laurea e Tfr
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Manovra 2026, cambia tutto: doppia stretta sulle pensioni, Tfr e riscatto laurea

Giancarlo Giorgetti

Nuova rivoluzione per la Manovra 2026. Doppia stretta sulle pensioni anticipate, ma anche per il riscatto della laurea e il Tfr.

Dopo le notizie in merito ad un nuovo pacchetto da 3,5 miliardi nella manovra 2026, ecco ulteriori novità che riguardano una doppia stretta sulle pensioni anticipate ma anche sul riscatto della laurea. Giallo, invece, per quanto concerne il Tfr. Ecco il maxi emendamento presentato dal Governo che potrebbe cambiare ancora tutto.

Giancarlo Giorgetti
Giancarlo Giorgetti – newsmondo.it

Manovra 2026: doppia stretta sulle pensioni anticipate

Cambia ancora la manovra 2026 con una doppia nuova stretta sulle pensioni anticipate, ovvero quelle che permettono di andare in pensione al momento con 42 anni e 10 mesi di contributi. Attraverso l’emendamento presentato dal Governo, a partire dal 2032, infatti, aumenterà la “finestra mobile” che è necessario aspettare prima di ricevere la pensione. Questa sale dai tre mesi attuali a quattro mesi nel 2032. Successivamente progressivamente a cinque mesi nell’anno successivo e a sei mesi dal 2034.

La situazione sul riscatto laurea e il Tfr

Un’altra novità è rappresentata dal riscatto della laurea. Dal 2031, esso peserà meno per raggiungere i requisiti necessari al prepensionamento. Il testo in questione fa riferimento a chi matura i requisiti per l’uscita anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi). Dal 1 gennaio 2031 per questi lavoratori non concorrono, al conseguimento dei suddetti requisiti, sei mesi – tra quelli di anzianità contributiva – riscattati dalla laurea breve.

Ulteriore questione riguarda il Tfr. La manovra potrebbe introdurre un meccanismo di adesione automatica alla previdenza complementare per i nuovi assunti del settore privato. Dal primo luglio 2026, chi entrerà nel mondo del lavoro vedrà una quota del proprio trattamento di fine rapporto destinata automaticamente ai fondi pensione, salvo non ne faccia rinuncia in modo esplicito. Si tornerebbe quindi ad un sistema silenzio-assenso. L’obiettivo dichiarato riguardo tale situazione è rafforzare il sistema previdenziale integrativo.

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ultimo aggiornamento: 17 Dicembre 2025 8:30

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