Una decisione arrivata in piena notte in merito alla manovra, ha portato ad evitare per un soffio un pericolo concreto.
Dopo la stretta sulle pensioni anticipate, è arrivato un dietrofront insperato riguardante la Manovra. Come riportato da Il Sole 24 Ore, dopo la mezzanotte è saltato tutto il pacchetto previdenziale presentato mercoledì scorso. La decisione in questione è nata in seguito ad una lunga e ostinata situazione di stallo, che aveva portato il governo ad opporsi al Carroccio (termine utilizzato per definire la Lega).
Il rischio evitato per un soffio
La Lega si è opposta alla decisione presa dal Ministero dell’Economia, il quale aveva approvato “tacitamente” quanto proposto sul Tfr, sui recenti interventi applicati ai riscatti della laurea e sull’allungamento delle finestre per favorire la copertura di potenziali spese future.
In origine, tutto era nato dalle coperture di due miliardi di euro l’anno fino al 2035, con conseguente raddoppio progressivo delle finestre d’attesa. Ed è proprio a questo proposito, che si è evitato un grosso rischio.
Le norme appena descritte, si sarebbero rese necessarie per finanziare le spese generate dalla direzione del Tfr verso la previdenza integrativa. Il rischio sarebbe stato appunto, quello di aumentare le possibili uscite anticipate in seguito al ricalcolo contributivo.
Si sarebbe infatti parlato di 30 anni di contributi e 64 anni di età a partire dal 2030. Così, appena dopo la mezzanotte, è stato scampato un pericolo concreto.
La reazione del PD
Particolarmente emblematica risulta essere la reazione dell’opposizione. Antonio Misiani, responsabile economico del PD, ha infatti esultato con un grido di “vittoria” dopo la disponibilità data dai Dem al voto dell’emendamento della Lega.
Emendamento che richiedeva la soppressione delle norme con l’allungamento della permanenza al lavoro. Eventuali altri interventi verranno dunque presentati la prossima settimana, come annunciato da Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento.
