Manovra. Salvini spinge per la flat tax, Di Maio al lavoro per il salario minimo e il cuneo fiscale, Giovanni Tria prova a destreggiarsi tra i numeri e invoca prodenza. Tre idee differenti di manovra, deve uscirne una sola.
Il governo si divide sulla manovra, che dovrebbe prendere forma solo nel mese di settembre. E questo è il primo punto che divide il governo. Matteo Salvini avrebbe voluto anticipare i tempi.
Manovra, governo diviso: ci sono almeno tre idee di riforma in campo, ne serve una sola
La riforma fiscale fa discutere ogni governo, figurarsi quello gialloverde composto da due partiti (Lega e MoVimento Cinque Stelle) e un ministro dell’economi senza partito, un uomo d’ordine messo lì più dal colle che dalla squadra del premier.
Per Salvini la priorità è la flat tax
Lo scontro più acceso del momento è quello che divide Matteo Salvini con il resto del governo (Tria in primis). Il leader della Lega spinge per la realizzazione della flat tax, il titolare del Mef tira il freno e predica calma e prudenza. Il premier Conte segue le orme di Tria, che lo hanno portato ad evitare una procedura di infrazione solo poche settimane fa. E Di Maio ne approfitta criticando il Carroccio facendo sapere che per la tassa piatta i fondi non ci sono.
La manovra di Di Maio ruota intorno al salario minimo e al cuneo fiscale
In effetti per Luigi Di Maio la priorità ha un altro nome e necessita di altre coperture. È il salario minimo, il grande progetto che in fondo ha avvicinato il Movimento 5 Stelle anche alla von der Leyen, che nel suo discorso di insediamento ha proposto un salario minimo europeo.
E qui si entra nel circolo vizioso. Per Salvini non può esistere un salario minimo se prima non si abbassano le tasse alle aziende e alle imprese, e il problema torna a corte. Bisogna fare la flat tax, sostiene il vicepremier leghista.
Di Maio invece ha un’altra soluzione che si chiama cuneo fiscale, un cuneo contributivo che servirebbe a compensare i costi sostenuti dalle imprese.
Tria riflette sui risparmi
Per Giovanni Tria la parola d’ordine è prudenza, che stride con quella della Lega che parla si shock fiscale che fa tremare i mercati. Le idee per la prossima riforma ci sono e sono anche contrastanti. Serve arrivare a un compromesso senza rimpasti o crisi di governo.