La discussione alla Commissione Bilancio della Camera sulla manovra ha portato ad alcune modifiche come quella sul Pos.
La norma sul Pos contenuta nella manovra non era piaciuta alla Commissione europea con cui il governo italiano ha avuto una lunga interlocuzione a riguardo. Il limite per accettare pagamenti elettronici posta dal governo Meloni a 60 euro sarebbe dovuta scendere prima a 40 e poi a 30. Ma ieri il ministro dell’Economia Giorgetti ha comunicato che salterà in toto e resterà l’obbligo di accettare pagamenti elettronici per qualsiasi cifra. Quindi restano anche le sanzioni per i commercianti che si rifiutano di accettarli.
Una lunga giornata di lavori in Commissione Bilancio alla Camera ieri non senza screzi come l’abbandono dell’aula per protesta da parte di Pd e Terzo Polo. In serata ieri il ministro Giorgetti poi ha annunciato tutte le novità alla manovra. Oltre alla norma sul Pos che non sarà inserita nella legge di Bilancio, arrivano altre novità come l’innalzamento delle pensioni minime a 600 euro per gli over 75 – estenderlo a tutti sarebbe stato troppo oneroso. Mentre per quanto riguarda Opzione donna, come preannunciato per rischio di incostituzionalità salta la clausola dei figli e si va verso un’uscita a 59 anni e 35 di contributi e a 58 solo per chi ha i requisiti dell’Ape sociale.
Cosa resta e cosa salta nella legge di bilancio del governo Meloni
Sul cuneo fiscale viene allargata la platea del taglio al 3% anche per coloro che hanno 25mila euro di reddito, confermate invece le misure bandiera come flat tax, Quota 103, innalzamento del tetto al contante a 5 mila euro, ma un passo indietro anche sullo stralcio delle cartelle esattoriali sotto i mille euro posticipata di due mesi e vengono escluse le multe non pagate ma sarà comunque il comune a decidere se applicare la norma o meno.
Novità anche sul Reddito di cittadinanza e Superbonus. Il sussidio del Rdc verrà riconosciuto per 7 mesi e non più per 8 nel 2023 per poi scomparire del tutto nel 2024. La decontribuzione fiscale per chi assume i percettori del reddito sale da 6 mila a 8 mila euro. Per quanto riguarda invece il Superbonus il governo taglia l’incentivo al 90% dal 2023, il termine ultimo per beneficiare dell’agevolazione piena è però prorogato dal 25 novembre a fine anno.