Manovra: nervi testi tra Di Maio e Matteo Salvini sui possibili ulteriori tagli al programma. L’Europa vuole sacrificare la riforma della Fornero ma il leader della Lega non vuole fare passi indietro.
Come preventivato da molti, la prova del nove del governo Lega-Movimento Cinque Stelle è la manovra economica. In questo caso i compromessi politici devono fare i conti con i freddi numeri al vaglio dell’Unione europea.
Manovra, Conte avverte l’Ue: “La soglia del deficit non cambia”. Ma intanto si pensa a un taglio sulla Quota Cento. E Salvini non ci sta
La sensazione è che, nonostante il passo indietro sul deficit, uno tra Salvini e Di Maio debba fare un passo indietro sulle proprie proposte per consentire a Tria di tornare a casa da Bruxelles con un accordo in mano.
I due vicepremier, autori di promesse importanti in campagna elettorale – e nei mesi successivi – sanno di non poter cedere altro terreno per evitare un consistente contraccolpo elettorale.
L’Europa si sposta dalla parte dell’Italia
Nei palazzi del potere di Bruxelles il clima è sicuramente positivo e decisamente più disteso di quello che si respirava fino a qualche giorno fa. Moscovici resta della sua idea, ossia che di strada da fare ce ne sia ancora, ma ora molti paesi dell’Unione sarebbero contrari a una procedura di infrazione per debito nei confronti dell’Italia.
Il caso diventa politico: è scontro tra Salvini e Di Maio
Il cuore del problema – se non addirittura dello scontro ormai – sembra essere Roma, il palcoscenico del duello tra i due giganti della politica italian, Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Dopo il suggerimento del ministro dell’Economia Giovanni Tria di rivedere nuovamente il testo della manovra per trovare il modo di risparmiare ancora qualche miliardo, i due leader si sono barricati dietro alle loro proposte promettendo di difenderle strenuamente.
nella foto: Luigi Di Maio-Matteo Salvini
Sui tagli alla Quota Cento potrebbe saltare il contratto di governo
La Commissione europea ha messo nel mirino la riforma delle Legge Fornero e Tria avrebbe provato ad aprire un dialogo costruttivo con Salvini, il quale non sarebbe però intenzionato a cedere il passo consegnandosi ad altri tagli.
Nei corridoi di Montecitorio si sussurra che s questa possa essere la crisi più delicata del governo del cambiamento. Potrebbe bastare un passo falso per far saltare il contratto di governo e tornare alle elezioni ben prima della scadenza naturale del mandato.
