Uno dei giocatori che ha vissuto i due cicli d’oro del Milan è stato Marco Simone. Giovanissimo con Sacchi, maturo con Capello. Quel gol al Malines…
Marco Simone arrivò al Milan nell’estate del 1989, dopo aver militato per la prima volta nel massimo campionato con la maglia del Como. Per strappare il giovane talento ai lariani, il club di Silvio Berlusconi sborsò 6 miliardi di lire. I rossoneri, vincitori della Coppa dei Campioni, potevano contare sui due olandesi Van Basten e Gullit mentre Virdis era stato ceduto. E così, a integrare il parco attaccanti, ecco arrivare Marco Simone.
Il capolavoro contro il Malines
L’attaccante classe ’69 si mette subito a disposizione del tecnico Sacchi che inizia a plasmarlo. Al primo anno al Milan, Marco Simone segna appena tre gol ma uno rimane per sempre nella memoria del popolo rossonero: ritorno dei quarti di Coppa dei Campioni contro i belgi del Malines. La sfida è ferma sullo 0-0 e va ai supplementari: la sblocca Van Basten poi, nel secondo extra time, Simone si inventa il gol del raddoppio partendo da metà campo e scartando mezza difesa avversaria!
La maturazione e gli scudetti
Dopo Sacchi, sulla panchina del Milan approda Fabio Capello. Nel quinquennio, il tecnico friulano avrà in serie a disposizione attaccanti del calibro di Van Basten, Gullit, Papin, Weah, Massaro, oltre a Baggio e Savicevic. Marco Simone, invece, sarà a disposizione per tutte e cinque le stagioni, trovando sempre più spazio e rivelandosi spesso decisivo. Come nell’estate del 1993 quando con un gol regola il Torino a Washington e porta in bacheca la Supercoppa Italiana. Il record personale di Simone sarà nella stagione 1994/95 con 17 gol in Serie A. In quella successiva, partecipa con 8 reti alla vittoria del quarto scudetto firmato Capello. Nel 1997, dopo 74 marcature in nove anni, il giocatore lascia il Milan per trasferirsi al Psg in cambio di 10 miliardi. Quattro anni più tardi, un fugace ritorno in rossonero con un gol in Coppa Italia.