La storia di Marco Zennaro ha dell’incredibile. Finalmente l’imprenditore veneziano potrà tornare in patria.
Marco Zennaro, imprenditore originario di Venezia, bloccato da un anno in Sudan, potrà finalmente tornare a casa. Si spera già da domani. Queste le liete notizie che arrivano dal Sudan. Seppure la Farnesina chieda la massima prudenza in tutte le dichiarazioni, la gioia dei cari e degli amici di Marco è fortissima. Lo stesso Luca Zaia, presidente del Veneto, ha dichiarato che per lui starebbe finendo “un incubo durato troppo”. Zaia ha inoltre commentato la lieta notizia nel seguente modo. “La notizia che ci ha dato papà Cristiano, che suo figlio Marco Zennaro tornerà libero in Italia, è di quelle che tutti aspettavamo”.
Il padre dell’imprenditore veneziano aveva dichiarato quanto segue in merito alla vicenda. “Se non ci saranno sorprese, mio figlio sarà in Italia entro la fine di questa settimana“. E così dovrebbe essere. 200.000 euro, questa la cifra del riscatto di Marco. Soldi trovati tramite una raccolta fondi di Unioncamere Veneto, alla quale hanno partecipato associazioni di categoria, imprenditori e il sindaco di Venezia. La vicenda di Zennaro è complicata: l’imprenditore è stato assolto in tre processi, ma ha l’appello di una causa civile pendente.
L’appello della causa civile pendente
I referenti dell’uomo in Sudan lo hanno infatti accusato di aver portato una partita di trasformatori non funzionanti. “Zennaro ha vissuto una vicenda ai limiti dell’inverosimile – ha inoltre commentato Zaia – con un lungo periodo di detenzione durissima. Tutti ricordiamo i suoi appelli accorati e in tanti ci siamo dati da fare perché tornasse a casa. Ora il momento è arrivato“.
Stando a quanto appreso, Luigi Vignali, il direttore generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina, si trova in Sudan in questi giorni per seguire personalmente i vari sviluppi della vicenda che coinvolge Marzo Zennaro. Vignali si troverebbe in contatto diretto con tutte le competenti autorità del Sudan, in modo da riuscire a far rimuovere il divieto di viaggio che ha finora impedito all’imprenditore veneziano di fare ritorno in Italia.
