Marine Le Pen è al centro di un processo per appropriazione indebita di fondi del Parlamento europeo.
Il processo a Marine Le Pen è iniziato, portando alla ribalta uno scandalo che coinvolge fondi del Parlamento europeo. Le accuse sostengono che la leader dell’estrema destra francese avrebbe utilizzato il denaro destinato agli assistenti parlamentari per finanziare il suo partito, il Rassemblement National (ex Front National). Le indagini, avviate dieci anni fa, si concentrano sul periodo dal 2004 al 2016, durante il quale Le Pen era deputata europea.
Le accuse di appropriazione indebita: i fondi del Parlamento europeo
Secondo l’accusa, i fondi destinati agli assistenti parlamentari sarebbero stati utilizzati per pagare collaboratori del Rassemblement National, invece che per il lavoro a Strasburgo. Il totale dei fondi in questione ammonterebbe a circa sette milioni di euro, che sarebbero stati sottratti alle casse dell’UE.
Tra i 28 imputati figurano non solo Marine Le Pen, ma anche ex parlamentari europei e assistenti del suo partito. Il processo coinvolge anche la sua guardia del corpo, accusata di essere stata pagata come assistente parlamentare con i fondi UE.
Marine Le Pen: cosa rischia in questo processo
Marine Le Pen ha dichiarato di essere tranquilla, affermando: “Non abbiamo infranto nessuna regola”. Se condannata, la leader del Rassemblement National potrebbe affrontare fino a dieci anni di reclusione e una multa di un milione di euro.
Tuttavia, ciò che mette maggiormente a rischio la carriera politica di Le Pen è la possibilità di una ineleggibilità di dieci anni, che la escluderebbe dalla corsa alle elezioni presidenziali del 2027.
Il verdetto non arriverà prima della prossima primavera, ma in caso di condanna è probabile che Le Pen faccia ricorso in appello. Il processo, che durerà circa nove settimane, sarà attentamente monitorato dai suoi rivali politici, che vedono in questa vicenda un’opportunità per indebolire la posizione del Rassemblement National.
