Sconcerti durissimo su Conte: Chiunque sarebbe stato ripreso o licenziato

Sconcerti durissimo su Conte: Chiunque sarebbe stato ripreso o licenziato

Mario Sconcerti analizza le crisi di Carlo Ancelotti e Antonio Conte. Il duro attacco contro il tecnico nerazzurro: “Chiunque di noi sarebbe stato ripreso o licenziato”.

Intervenuto sulle colonne de il Corriere della Sera, Mario Sconcerti ha analizzato il caso Conte e il caso Ancelotti, due allenatori nella bufera per motivi differenti. Ma accomunati da un dato: entrambi sono in conflitto con le rispettive società di appartenenza.

Ancelotti e Conte, due crisi inspiegabili (o quasi)

Il caso Napoli, noto come l’ammutinamento, sembra trovare una spiegazione. La squadra viaggia a un ritmo inferiore rispetto alle aspettative, la società ha imposto il ritiro, i giocatori non avrebbero apprezzato e hanno agito in maniera decisamente poco professionale tornando a casa dopo la partita di Champions League pareggiata con il Salisburgo. Non il massimo.

Il caso di Antonio Conte è differente. Lui viaggia a gonfie vele con la sua Inter. In poche giornate ha meritato sul campo il titolo di anti-Juve ma il tecnico non è mai stato pienamente soddisfatto. Di fronte ai primi infortuni ha iniziato a chiedere interventi sul mercato, poi dopo la rocambolesca sconfitta contro il Borussia Dortmund ha puntato il dito contro la società parlando di promesse non mantenute. Il messaggio dell’ex ct era chiaro. Se mi aveste dato i giocatori che vi avevo chiesto oggi forse saremmo primi e già qualificati per la fase successiva della Champions. O meglio. Noi stiamo dando il massimo e i risultati si vedono, voi non avete fatto il massimo.

Carlo Ancelotti

Sconcerti su Ancelotti e Conte: “L’allenatore dell’Inter ha fatto un’ assemblea contro la propria società. Chiunque di noi in qualunque azienda sarebbe stato oggi pesantemente ripreso se non licenziato”

Sconcerti ha analizzato la crisi di Ancelotti e Conte trovando una chiave di lettura senza dubbio interessante.

“Non escludo affatto che l’ aria a Napoli sia diventata irrespirabile proprio per i continui esperimenti di Ancelotti in un momento in cui sono sette-otto i contratti in scadenza. Se non giochi nel tuo ruolo ci sono più possibilità che giochi male […]. Non si possono chiedere aumenti quando si rende meno. La disponibilità ha un prezzo, perfino mantenersi sani lo ha. Ma se sono disponibile a tutto, mi infortuno più facilmente. E valgo meno. Sono regole inaccettabili che nel calcio fanno giurisprudenza. Cosa avrebbe da dire il codice civile? A chi darebbe ragione?”.

Decisamente più duro l’attacco ad Antonio Conte: “A lui oggi si perdona ogni eccesso perché è un grande allenatore, ma a Dortmund ha letteralmente fatto un’ assemblea contro la propria società. Durissima e scomposta. Chiunque di noi in qualunque azienda sarebbe stato oggi pesantemente ripreso se non licenziato. Siamo vicini alla giusta causa. Una rivolta isterica consumata senza una spiegazione sulla partita persa, un parere su come l’ Inter abbia potuto prendere tre volte lo stesso gol in 20 minuti. Forse per Conte la pressione di una città aperta ed esigente come Milano è troppa“.

Antonio Conte

In principio fu Mauro Icardi…

Sconcerti fa un pass in avanti ricollegando i due casi con un altro caso decisamente noto: quello che ha diviso per mesi Icardi e l’Inter.

“Entrambe le situazioni sono prosecuzioni del caso Icardi, nel senso che stanno rapidamente cambiando lo status di un tesserato del grande calcio […]. Non più lavoratore subordinato come dice la legge 91 del 1981, ma ormai aziende altre che si attribuiscono gli stessi diritti dell’ azienda madre. Quando l’ Inter in pieno litigio con Icardi accettò la mediazione di una figura esterna, un avvocato, sancì il diritto a un dialogo alla pari. Lì è cominciato un altro calcio, quasi completamente da riscrivere e fuori dalle leggi sportive.

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