A causa della sparatoria contro il marocchino avvenuta ieri a Vicenza, adesso il carabiniere è indagato per eccesso di legittima difesa.
Il fatto risale a ieri mattina, lunedì 24 aprile, quando Soufine Boubagura è stato ucciso da un vice Brigadiere. L’uomo aveva rubato la pistola a un carabiniere, con cui ha poi ferito un vigile. Adesso il militare che ha colpito il marocchino però è indagato per omicidio, perché accusato di eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi.
La vicenda
Nel corso della mattinata di ieri Soufine Boubagura, marocchino residente a Scafati (Salerno), ha iniziato ad urlare “Allah Akbar” per le strade di Fara Vicentina, tentando di assalire i passanti. I carabinieri, giunti sul posto insieme ai vigili, hanno tentato invano di farlo calmare.
Cercando di bloccare l’uomo preso dall’ira, uno dei carabinieri è stato aggredito da questo che gli ha prontamente rubato la pistola. Ormai armato, il marocchino ha sparato un colpo ferendo il referente dell’Alto Vicentino, Alex Frusti, che è subito caduto in un fossato. Il difesa dell’agente, il vice brigadiere è intervenuto sparando alcuni colpi di pistola, uccidendo il nordafricano.
Il militare ferito è stato subito trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Santorso, dove è stato rilevato uno pneumotorace con ferita aperta nel torace. Ricoverato nel reparto di Rianimazione del nosocomio, l’appuntato risulta ferito in modo lieve, con una contusione alla coscia.
Le indagini sul carabiniere
Intanto, la procura della Repubblica ha sequestrato entrambe le pistole, sia quella utilizzata da Soufine Boubagura che quella impiegata dal vice brigadiere, che verranno sottoposte a perizie balistiche.
Il cadavere di Boubagura è stato affidato al medico legale, che mercoledì effettuerà l’esame autoptico. Si ipotizza che l’uomo fosse sotto l’effetto di qualche stupefacente: la sorella intanto, unica parente in Italia del marocchino, si è presentata spontaneamente insieme al marito.
Il carabiniere invece è ora indagato per omicidio, commesso per eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi.