Terremoto in Marocco: il dramma della cittadina in cui sono morti metà degli abitanti

Terremoto in Marocco: il dramma della cittadina in cui sono morti metà degli abitanti

Un reportage di SkyTg24 ha svelato l’aria che si respira a Tafeghaghte, villaggio raso al suolo dalle recenti scosse.

Tafeghaghte: questo il nome di uno dei villaggi rurali del Marocco che ha subito maggiormente la forza dell’ultimo terremoto che ha colpito il Nordafrica. La cittadina, in cui si sono recati i reporter di SkyTg24, è stata completamente rasa al suolo dalle scosse e metà della popolazione ha perso la vita. Sotto le macerie di ogni casa, infatti, sono stati trovati dei cadaveri.

In totale, stando ai racconti di chi è sopravvissuto, sarebbero morte 84 persone su 160. I deceduti sono stati seppelliti nel cimitero del villaggio, in modo sommario, e tra di loro ci sarebbero anche diversi bambini. La cittadina, peraltro, non ha più neanche la propria moschea a cui aggrapparsi.

Possibile ricostruire?

La vita per chi è sopravvissuto è diventata estremamente difficile. Gli abitanti rimasti ora alloggiano in alcune tende improvvisate e piazzate sotto agli ulivi che circondano il villaggio. Queste sistemazioni provvisorie potrebbero però diventare stabili perché, come affermato da qualcuno, non ci sono i mezzi economici per ricostruire le case.

Abbiamo subito cercato la possibilità di mettere insieme tutto il cibo, i vestiti e le coperte che potevamo, poi abbiamo contattato l’autista – raccontano i soccorritori – e ieri pomeriggio siamo partiti da Tabat, siamo appena arrivati. Stiamo portando le cose a chi non ha avuto niente. Cerchiamo di arrivare in questi posti che non hanno avuto nessun aiuto“.

L’impegno dei volontari, in un caso come questo, è fondamentale: il governo marocchino, infatti, sta dando priorità alle zone più abitate del Paese, lasciando i villaggi quasi a sè stessi. Pesantissimo, infine, il commento di una ragazza che è tornata a Tafeghaghte da Marrakech per aiutare i suoi familiari: “Lo stato? Non c’è lo stato. Ci sono solo le associazioni e le cooperative che vengono ad aiutare le persone. Dov’è lo stato?”.