Mascherine a 50 centesimi introvabili? Non erano certificate
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Mascherine a 50 centesimi introvabili? Non erano certificate, quindi non potevano essere vendute

Mascherine coronavirus

Coronavirus, fase 2: mascherine a cinquanta centesimi introvabili per giorni. Il motivo? Non potevano essere vendute…

Le mascherine chirurgiche a cinquanta centesimi annunciate da Conte in occasione della presentazione della Fase 2 e poi dal Commissario Arcuri sono al momento un qualcosa di leggendario. Tutti ne parlano, nessuno le ha mai viste. Merce rara, introvabile, ma c’è un motivo. O meglio un problema che spiega la situazione.

Bonus 2024: tutte le agevolazioni

I ritardi nella rete di distribuzioni

Fino a questo momento la catena Arcuri-Fererfarma (e Adf)-farmacie non sta funzionando al meglio. Si registrano ritardi sulla tabella di marcia ma forse era inevitabile. Il mondo delle istituzione si è mosso con colpevole ritardo nel campo della speculazione sulle mascherine. Se si fosse posto il problema già durante la fase e se avesse fissato il prezzo di vendita a cinquanta centesimi tempo fa, per l’inizio della fase 2 forse gli italiani avrebbero trovato i dispositivi di protezione individuale al prezzo fissato. E invece…

Domenico Arcuri
fonte foto https://twitter.com/

Mascherine a 50 centesimi introvabili, molte non potevano essere vendute. Non erano certificate

Va detto però che ai colpevoli ritardi della catena di distribuzione c’è anche un problema non indifferente che ha frenato la macchina. Stando a quanto ricostruito da il Corriere della Sera, tutti erano convinti di poter fare affidamento su una partita di 12 milioni di mascherine già certificate e sul territorio italiano. Invece sembra che 9 milioni di queste (c’è chi dice 6 milioni e mezzo ma la sostanza non cambia) fossero sprovviste del marchio Ce. Tradotto, non potevano essere vendute.

Mascherine coronavirus

Accordo raggiunto per la distribuzione delle mascherine

Superate le difficoltà incontrate nei primissimi giorni della fase 2, Arcuri avrebbe trovato un accordo condiviso con la Federfarma e Adf, che si occuperanno della distribuzione de dispositivi di protezione individuale. Dieci milioni di mascherine da acquistare all’ingrosso a 38 centesimi al pezzo e da vendere 50 centesimi + IVA al pezzo. In questo modo la farmacia ha assicurato un margine di guadagno e l’utente è messo al sicuro dalle speculazioni.

Insomma, ancora per qualche giorno le mascherine a cinquanta centesimi (+IVA) non le troveremo, ma la situazione dovrebbe cambiare già entro l’inizio della prossima settimana.

Scarica QUI la guida con tutte le precauzioni da prendere per limitare il contagio da coronavirus.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 8 Maggio 2020 9:22

Galli, “Milano è una bomba, abbiamo un numero altissimo di infettati in circolazione”

nl pixel