Massacra la moglie, poi resta con il cadavere per 7 ore: i risultati shock dall’autopsia

Massacra la moglie, poi resta con il cadavere per 7 ore: i risultati shock dall’autopsia

Moglie uccisa a mani nude dal marito che poi la veglia per sette ore ad Ascoli Piceno: ecco i risultati shock dell’autopsia.

Emanuela Massicci, moglie e maestra di 45 anni, ha subito un’aggressione di una brutalità devastante, culminata nella sua morte per mano del marito Massimo Malavolta, nella notte del 19 dicembre a Ripaberarda, in provincia di Ascoli Piceno. Ecco i risultati shock dell’autopsia.

indagini su reperti

Moglie uccisa dal marito ad Ascoli Piceno: l’autopsia

I risultati dell’autopsia, come riportato da Leggo.it, offrono un quadro drammatico della violenza subita dalla donna nelle ultime ore di vita.

Le ferite riportate sono agghiaccianti: fratture multiple al naso, a sette costole e all’ulna sinistra, causate da percosse inflitte con inaudita crudeltà.

Sul corpo della donna sono stati rilevati segni evidenti di un disperato tentativo di difesa. Le mani presentano escoriazioni e lesioni che testimoniano l’estremo sforzo della donna nel cercare di sottrarsi all’attacco del marito.

I medici legali hanno stimato il momento del decesso a circa sette ore prima della ricognizione cadaverica effettuata nella prima mattinata successiva al delitto.

Questo dettaglio temporale coincide con le testimonianze che indicano come l’omicidio sia avvenuto tra l’una e le due di notte.

Cosa è successo la notte dell’omicidio

Mentre i due figli della coppia dormivano nell’altra stanza, ignari dell’orrore che si stava consumando, il l’uomo avrebbe attaccato la moglie nella loro camera da letto. Dopo aver perpetrato l’atrocità, il marito ha rivestito il corpo della vittima, rimanendo accanto a lei per ore. Alle 5:32 del mattino, ha telefonato ai genitori, confessando il femminicidio.

Quando i carabinieri e i sanitari sono arrivati, hanno trovato il marito accanto al cadavere, in stato di semi-incoscienza, con un coltello in mano e un taglio auto inferto sull’avambraccio. Tuttavia, il tentativo di suicidio non è stato fatale. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, al momento il movente del delitto resta ancora da chiarire.

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