Haley Dee Metz, matrigna 33 anni, si dichiara colpevole per l’abuso mortale della figliastra di 3 anni in Alabama.
La tragica morte di Aydah DiMaso, una bambina di 3 anni in Alabama, continua a sconvolgere la comunità, Haley Dee Metz, 33 anni, la matrigna della piccola, si è dichiarata colpevole di abuso aggravato su minore questa settimana, accettando la sua responsabilità per la morte violenta della bambina.
La Metz ha presentato un “blind plea”, ovvero una dichiarazione di colpevolezza senza un accordo preventivo sulla pena. In cambio, l’accusa ha ritirato l’imputazione di cospirazione per commettere aggressione aggravata. Questo passo rappresenta un capitolo cruciale nei procedimenti legali contro la Metz e il padre di Aydah, Nikolas Joseph DiMaso, 26 anni.
Un caso di abuso sistemico della matrigna: la tragedia di Aydah
La storia di Aydah è emersa nell’ottobre 2021 quando un parente ha chiamato la polizia per richiedere un controllo nella residenza di Gadsden, dove la bambina è stata trovata senza vita in una vasca da bagno. Gli agenti hanno constatato la morte sul posto e hanno rapidamente arrestato il padre. Secondo i documenti del tribunale, DiMaso avrebbe picchiato la figlia con le mani e i pugni, causando oltre 50 segni di trauma su tutto il corpo della bambina. Le ferite includevano un braccio rotto, una ferita al piede e innumerevoli contusioni. La gravità degli abusi ha portato a una sentenza di ergastolo per DiMaso, senza possibilità di libertà condizionale.
Un aspetto particolarmente doloroso del caso è il fallimento dei servizi di assistenza all’infanzia. Un’azione legale è stata intentata dalla nonna materna di Aydah contro il Dipartimento delle Risorse Umane dell’Alabama e altri enti, accusandoli di negligenza. La causa sostiene che le autorità, pur essendo a conoscenza della situazione di pericolo di Aydah, non abbiano agito adeguatamente, contribuendo indirettamente alla sua morte.
La ricerca di giustizia e la lotta per le riforme
La famiglia di Aydah continua a lottare per ottenere giustizia, non solo per la bambina ma anche per altre famiglie che hanno subito perdite simili a causa di falle nel sistema. Una campagna su GoFundMe è stata avviata per sostenere le spese legali e per il memoriale di Aydah, con l’obiettivo di sensibilizzare sull’importanza della protezione dei minori. “Non ci fermeremo finché non avremo giustizia per Aydah,” ha dichiarato la nonna della vittima.
Il caso rappresenta un drammatico richiamo alla necessità di riforme nei servizi di protezione dei minori. L’incapacità delle autorità di prevenire l’abuso su Aydah evidenzia gravi lacune che devono essere affrontate per evitare che tragedie simili si ripetano in futuro.