Mattarella firma la manovra 2025: taglio del cuneo, pensioni e revisione della spesa

Mattarella firma la manovra 2025: taglio del cuneo, pensioni e revisione della spesa

La manovra di bilancio 2025 firmata da Mattarella include 144 articoli, con misure su taglio del cuneo fiscale.

La manovra di bilancio per il 2025, composta da 144 articoli, è stata firmata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e ora è all’esame della Camera. Il testo include diverse misure cruciali, tra cui il taglio del cuneo fiscale, interventi sulle pensioni e una significativa revisione della spesa pubblica. Queste azioni mirano a sostenere la crescita economica e l’equilibrio dei conti pubblici.

Sergio Mattarella

Taglio del cuneo fiscale e revisione delle detrazioni

Uno dei punti centrali della manovra è il taglio del cuneo fiscale, con l’obiettivo di ridurre il costo del lavoro per le imprese e aumentare i salari netti dei lavoratori. Questa misura è pensata per incentivare l’occupazione e stimolare il mercato del lavoro, rendendo più competitiva l’economia italiana.

Sul fronte delle detrazioni fiscali, la manovra introduce una stretta per i redditi superiori ai 75.000 euro. Tuttavia, chi ha più figli o figli con disabilità potrà beneficiare di detrazioni maggiorate. Queste modifiche si inseriscono in un quadro più ampio di razionalizzazione del sistema fiscale, che include anche l’esclusione delle spese sanitarie e dei mutui per la prima casa dalle nuove regole sulle detrazioni.

Pensioni e revisione della spesa pubblica

Per quanto riguarda le pensioni, nel 2025 è previsto un incremento del 2,2% per le pensioni minime, che saliranno a circa 617,9 euro. Questo aumento è frutto di una misura temporanea che cerca di contrastare l’inflazione e offrire un leggero sollievo ai pensionati con redditi più bassi.

La manovra pone particolare attenzione anche alla revisione della spesa pubblica, con un tetto fissato per gli enti pubblici che riceveranno finanziamenti dallo Stato. A partire dal 2025, infatti, questi enti non potranno superare i livelli di spesa registrati negli anni 2021-2023. Questo controllo si estende anche ai compensi dei vertici degli enti pubblici, che saranno limitati al 50% di quello del primo presidente della Corte di Cassazione.

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