Una presa di posizione chiara per Matteo Bassetti, direttore del Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova contro lo sciopero dei medici.
Per la giornata di mercoledì 20 novembre 2024 è stato indetto lo sciopero di medici e infermieri per protestare contro la legge di Bilancio 2025 del governo Meloni. Una scelta che Matteo Bassetti, direttore del Malattie Infettive dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova, non condivide e che ha deciso “contrastare” con un messaggio social importante.
Matteo Bassetti contro lo sciopero dei medici: il video
A quanto pare, Matteo Bassetti, direttore del Malattie Infettive dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova, non condivide lo sciopero di medici e infermieri indetto per la giornata odierna di mercoledì 20 novembre 2024.
A modo suo, il Professore ha deciso di mandare un chiaro segnale. In che maniera? Con un filmato social nel quale timbra il cartellino “come ogni mattina”.
Bassetti, infatti, ha pubblicato un filmato sui propri canali social con tanto di didascalia emblematica che spiega la sua posizione sull’argomento: “Oggi – come ogni mattina – si timbra il cartellino. Non ho mai scioperato e non sciopero neanche oggi: oltre a non condividerne le ragioni, lo sciopero dei medici danneggia in primis i pazienti. Per un medico scioperare è un ossimoro”.
I motivi dello sciopero
Lo sciopero nazionale, come detto, è stato indetto al fine di protestare contro la legge di Bilancio 2025 considerata ‘deludente’.
Secondo quanto sostenuto dai sindacati, il testo della Legge di Bilancio per il 2025 “conferma la riduzione del finanziamento per la sanità rispetto a quanto annunciato”. Inoltre, sempre secondo i sindacati, tale manovra prevederebbe un aumento dell’indennità di specificità medica sanitaria di 17 euro netti per i medici e 14 euro netti per i dirigenti sanitari per il 2025, 115 euro nel 2026 per i medici e zero per i dirigenti sanitari, mentre nelle tasche degli infermieri arriverebbero per il 2025 circa 7 euro e per il 2026 circa 80 euro.
Tra le altre ragioni della protesta anche i contratti di lavoro, compresi quelli dell’ospedalità privata, a cui “vengono assegnate risorse assolutamente insufficienti”. Focus anche sulla mancata detassazione di una parte della retribuzione e sulla mancata attuazione della normativa sulla depenalizzazione dell’atto medico e sanitario.