“Febbre gialla potrebbe essere la nuova epidemia”, il nuovo allarme

“Febbre gialla potrebbe essere la nuova epidemia”, il nuovo allarme

Matteo Bassetti sulla febbre gialla: “Potrebbe essere la nuova epidemia per la tropicalizzazione del clima in Italia”.

ROMA – Matteo Bassetti ha ipotizzato una nuova epidemia caratterizzata dalla febbre gialla. “C’è il rischio che in Italia, a causa del fenomeno della tropicalizzazione, possano diffondersi malattie tipiche fasce climatiche differenti“.

Un’ipotesi che, secondo quanto precisato da Il Giornale, non sembra molto remota. “E’ successo con il virus Nilo Occidentale, che può provocare malattie gravi del cervello. Oppure il virus chikunguya, trasmesso dalla zanzara tigre tipico di alcune aree tropicali diventando addirittura endemico in un’area del Polinese. La febbre gialla potrebbe essere provocata dal cambiamento climatico, il suo vettore di trasmissione principale, un determinato tipo di zanzara, si sta diffondendo enormemente in tutto il mondo, spesso portando il virus con sé“.

Coronavirus, Bassetti: “Manteniamo alta l’attenzione”

Il medico all’AdnKronos si è soffermato anche sull’emergenza coronavirus: “In questi ultimi giorni c’è stato effettivamente un grande afflusso di persone nei centri delle città per lo shopping, ma da quello che ho potuto vedere erano tutti all’aria aperta e le persone portavano la mascherina. Lavoriamo bene in questi 10 giorni che ci separano dal Natale cercando di far capire l’importanza di mantenere alta l’attenzione“.

Coronavirus

Il rischio di una epidemia causata dai germi multiresistenti

L’ipotesi avanzata da Bassetti è la seconda in pochi giorni. Il primo a parlare di una nuova epidemia è stato Galli. A margine di un convegno, il primario del Sacco ha parlato di una possibile pandemia “causata da germimultiresistenti“. Un virus che “colpisce tanto gli ospedali quanto gli ambienti esterni, una delle principali minacce di questo decennio. Mi auguro di essere in grado di poter fronteggiare queste malattie come le altre“.

Dai medici, dunque, l’invito a non sottovalutare i segnali che arrivano dall’ambiente nei prossimi anni. Il rischio di una nuova epidemia sembra essere sempre dietro l’angolo.