Un racconto inedito, fatto da chi ha vissuto in prima persona il dramma della pandemia di Covid: le parole di Matteo Bassetti.
Molto spesso ci si dimentica le difficoltà e il dramma vissuto in periodo Covid quando la pandemia ha fatto tantissime vittime. Il diretto del Malattie infettive del San Martino di Genova, Matteo Bassetti, intervenuto a Gintoneria podcast (jeantoneria podcast), ha rivelato quanto accadutogli in prima persona nel marzo 2020.

Matteo Bassetti e la dura realtà del Covid
“Nel febbraio del 2020, quando non avevo ancora visto da vicino pazienti con il virus, pensavo che la portata sarebbe stata molto minore. Se si guardano alcune mie interviste di quel periodo, dicevo, ‘ma sarà poco più di un influenza’. Quando ho visto la prima tac, l’ho messa sul diafanoscopio e l’ho guardata, sono rimasto veramente sconvolto“.
Sono state queste alcune della parole di Matteo Bassetti al podcast Gintoneria in relazione alla portata della pandemia di Coronavirus in Italia nel 2020. Spiegando cosa lo abbia sorpreso in negativo di quella tac, il direttore del Malattie infettive del San Martino di Genova ha aggiunto: “Perché aveva dei segni sui polmoni che io non avevo mai visto nella mia vita. Delle cicatrici, delle ferite talmente potenti, talmente grosse, che non avevamo mai visto prima. Quindi doveva essere necessariamente una bestia brutta questo virus”.
La pandemia e il momento di sconforto
“Abbiamo iniziato a vedere uscire dalla porta del reparto tante barelle chiuse, che sono quelle che portano via i cadaveri. Qual è stata l’ora più buia? La grandezza del fenomeno l’ho vista l’8 di marzo. Ero in scooter, c’è una rotonda che dà accesso al pronto soccorso e c’erano 13 ambulanze che aspettavano di entrare dentro San Martino, in coda. E noi in quel momento eravamo pieni del mio reparto, non c’era più un posto letto, in rianimazione c’era un posto. Se tutte quelle 13 ambulanze fossero state 13 covid gravi, noi 12 di loro non avremmo potuto assistere. È stato un momento veramente di una portata impressionante”.
Bassetti ha spiegato che “continuavano ad arrivare ambulanze, continuavano ad arrivare la gente, continuavano a telefonarci che c’era qualcuno che stava male”. Una situazione drammatica che ha causato nell’esperto dei momenti di sconforto: “Se ho pianto e avuto momenti di sconforto? Più di una volta, ricordo una sera a casa con mia moglie che fui preso abbastanza dallo sconforto, perché era un momento in cui vedevo tutto nero. E devo dire che mi hanno aiutato moltissimo i miei familiari, che ho sempre avuto vicino a me. Andavo a casa, andavo a dare un bacino e una buonanotte ai miei due ragazzi, Dante e Francesco. Dormivo a fianco a mia moglie e con loro ho trovato la forza”, ha raccontato Bassetti al podcast.