Gia nel 1992 Messina Denaro fece parte di un gruppo di fuoco inviato a Roma da Riina per pedinare e uccidere Costanzo, Giovanni Falcone e il Ministro Claudio Martelli.
Il 14 maggio 1993, la mafia cercò di uccidere il conduttore televisivo italiano Maurizio Costanzo, che si schierava pubblicamente contro la criminalità organizzata.
L’attentato avrebbe dovuto avvenire fuori dal teatro Parioli di Roma dopo la registrazione di una puntata del suo programma televisivo, ma per fortuna, Costanzo scampò alla morte grazie a una coincidenza fortunata. La moglie di Costanzo, Maria De Filippi, rimase anch’essa illesa. L’attentato fu compiuto da un gruppo di fuoco inviato da Matteo Messina Denaro, capomafia della provincia di Trapani, insieme ad altri mafiosi. Costanzo aveva denunciato pubblicamente la mafia e il loro potere in Italia e aveva anche realizzato una maratona televisiva dedicata alla lotta alle mafie.
Il fallimento dell’attentato contro Costanzo e la sua fortuna di essere sopravvissuto gli permisero di continuare la sua lotta contro la mafia e la criminalità organizzata in Italia. Anni dopo, Maria De Filippi disse in un’intervista che dopo l’attentato aveva promesso a suo padre di non salire mai più in macchina con Costanzo.