Il ministro Matteo Piantedosi difende il contestato Remigration Summit: le sue dichiarazioni e le critiche dell’opposizione.
Dopo la frecciatina di Matteo Salvini sull’Unione Sovietica rivolta agli oppositori del Remigration Summit, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha scelto una linea ancora più netta, prendendo pubblicamente le difese dell’evento organizzato dall’ultradestra europea a Gallarate. Un appuntamento che ha suscitato forti polemiche per le tesi estreme espresse, tra cui la deportazione degli immigrati, anche di terza generazione.

Le dichiarazioni del ministro Piantedosi
Il ministro dell’Interno, come riportato da Fanpage, ha risposto così alle critiche arrivate dal centrosinistra e ai disordini scoppiati a Milano dopo la conclusione del Remigration Summit.
“In democrazia non bisogna avere paura di nulla, anche di idee che possano apparire molto forti, molto controverse, molto discutibili anche, non condivise in qualche modo”, ha dichiarato il ministro. “Io da ministro dell’Interno ho l’obbligo di garantire la libera espressione del pensiero da parte di chiunque“, ha aggiunto Matteo Piantedosi, difendendo la scelta di non vietare il raduno, come invece aveva chiesto il Partito Democratico.
Le critiche della sinistra: da Elly Schlein a Landini
A Milano, due manifestazioni hanno segnato la giornata post-summit. In piazza San Babila, la segretaria del Pd e il segretario della Cgil hanno guidato una protesta pacifica con circa 30mila partecipanti secondo gli organizzatori.
Elly Schlein ha espresso sconcerto: “È grave che ci sia anche nel governo italiano chi dà sponda a raduni di questo tipo“. Anche Maurizio Landini ha criticato duramente l’evento e il clima politico che lo ha reso possibile: “La vera democrazia ha bisogno di non avere paura delle diversità ma di conoscere“.
Un’altra protesta, di stampo più antagonista, si è svolta nel centro città, con la partecipazione di circa 600 manifestanti, tra cui black bloc stranieri. Durante questa seconda manifestazione si sono verificati scontri con le forze dell’ordine, che hanno risposto con idranti e lacrimogeni.
Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana ha definito “una vergogna” il videomessaggio del leghista Roberto Vannacci, intervenuto al summit. Mentre Angelo Bonelli ha accusato il ministro dell’Interno di “strizzare l’occhio a neonazisti“.