La Guardia di Finanza notifica alla Alan Kurdi il divieto di transito nelle acque territoriali italiane disposto da Matteo Salvini. Si rischia un nuovo caso Sea Watch.
Caso migranti, Salvini notifica il divieto di ingresso in acque italiane alla nave Alan Kurdi. Che però, seguendo le orme di Carola Rackete, sembra intenzionata a ignorare il provvedimento diramato dal Viminale.
Matteo Salvini notifica il divieto di transito in acque italiane alla Alan Kurdi
Nella mattina del 6 luglio una motovedetta della Guardia di Finanza ha raggiunto la Alan Kurdi notificando il divieto di transito in acque italiane disposto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini in concerto con il ministro della Difesa Elisabetta Trenta e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli.
La nave della Sea-Eye pronta a forzare il blocco navale per raggiungere Lampedusa
La Sea Eye,Ong di riferimento della nave Alan Kurdi, aveva fatto sapere di voler fare rotta verso Lampedusa, e gli spostamenti dell’imbarcazione testimoniano questa decisione.
“Non ci facciamo intimidire da un ministro dell’interno, piuttosto ci dirigiamo verso il porto sicuro più vicino. La legge del mare dovrebbe essere applicata sempre, anche se un rappresentante del governo si rifiuta di seguirla“, ha scritto l’Ong sulla propria pagina Twitter.
Di seguito una delle comunicazioni della Sea Eye su Facebook
Si rischia un nuovo caso Sea Watch
Di fatto il rischio è quello di un nuovo caso Sea Watch 3. Il comandante della Alan Kurdi sembra intenzionato a forzare il blocco navale per raggiungere Lampedusa, il porto sicuro più vicino in base anche alle condizioni psico-fisiche delle persone a bordo dell’imbarcazione.
Un nuovo blitz nelle acque territoriali italiane metterebbe a rischio la credibilità del decreto Sicurezza Bis, soprattutto se la questione dovesse risolversi con uno sbarco senza conseguenze legali.