Maxi frode fiscale tra Italia ed Europa: scoperto chi è “coinvolto”

Maxi frode fiscale tra Italia ed Europa: scoperto chi è “coinvolto”

Scoperta maxi frode fiscale tra Italia ed Europa: centinaia di milioni di Iva evasa, con mafia e camorra coinvolte.

La Procura Europea ha recentemente smascherato una maxi frode fiscale con ramificazioni in Italia e in Europa, rivelando un meccanismo criminale complesso che ha visto la collusione di gruppi mafiosi, inclusi esponenti della mafia siciliana e della camorra campana.

Il sistema, basato su falsi scambi commerciali e società fantasma, ha portato a un’evasione dell’Iva per centinaia di milioni di euro, con numeri impressionanti: 47 arresti, oltre 200 indagati, più di 400 società coinvolte e beni sequestrati per un valore di 520 milioni di euro. Gli inquirenti hanno ricostruito false fatturazioni per un totale di 1,3 miliardi di euro.

Scoperta frode Iva per centinaia di milioni tra Italia ed Europa

Il metodo utilizzato dai criminali è quello delle cosiddette frodi carosello, che sfruttano transazioni fittizie tra aziende italiane e straniere per eludere il pagamento dell’Iva. Società cartiera o “missing trader” vengono create appositamente per movimentare beni senza mai versare le tasse dovute al fisco. Questo sistema ha consentito alle organizzazioni mafiose di riciclare ingenti somme di denaro sporco, nascondendosi dietro operazioni apparentemente legali.

Il funzionamento delle frodi carosello

Il meccanismo delle frodi carosello si basa sull’inserimento di società fantasma all’interno di operazioni commerciali intracomunitarie. Grazie al regime di non imponibilità Iva per gli scambi tra Paesi dell’Unione Europea, le merci vengono acquistate senza applicazione di imposta.

La “cartiera” rivende poi i prodotti nel mercato interno italiano, simulando l’applicazione dell’Iva ordinaria, ma senza effettivamente versare la tassa allo Stato. Questa società fittizia viene spesso gestita da prestanome, non ha dipendenti né attività operative, e viene fatta sparire dopo un breve periodo per eludere eventuali controlli.

Il ruolo della “cartiera” è cruciale: funge da intermediario privo di reali funzioni, che emette solo fatture false per garantire un flusso apparente di denaro. Una volta cessata l’attività, il meccanismo si rigenera con la creazione di un’altra impresa simile, mantenendo vivo il ciclo fraudolento. Questo stratagemma consente di accumulare capitali ingenti, che vengono poi riciclati e reinvestiti nelle attività illecite delle organizzazioni criminali.