Una folla impazzita tra le strade di Buenos Aires protesta contro il decreto di austerity del nuovo governo Milei.
Dopo l’insediamento dell’economista ultraliberista di estrema destra, Javier Milei, il nuovo governo ha annunciato un mega decreto di drastica “deregulation”, con lo scopo di contrastare la grave crisi che ha colpito il Paese. Sono bastati pochi minuti, per suscitare la reazione di migliaia di persone che si sono riversate in strada per protestare contro la decisione.
Gli interventi del governo Milei
Nella giornata di ieri, mercoledì 20 dicembre, il neo presidente argentino Javier Milei è intervenuto in televisione per annunciare una novità del nuovo governo. Per affrontare la crisi che sta attraversando il Paese, c’è un solo modo per intervenire: eliminare controlli e restrizioni, e privatizzare le aziende statali.
Con 300 nuovi interventi annunciati pubblicamente, Milei ha intenzione di deregolamentare il settore delle estrazioni minerarie, cancellare i limiti sulle esportazioni e ridurre le tutele per le persone e le attività in affitto.
La notizia arriva dopo che, la settimana scorsa, il nuovo presidente aveva già svalutato il peso rispetto al dollaro del cinquanta per cento e annunciato grossi tagli alla spesa pubblica: nessun rinnovo dei contratti per chi è stato assunto meno di un anno fa, mentre saliranno i prezzi dei servizi di base dei trasporti pubblici.
Mega protesta: scontri tra polizia e manifestanti
Pochi minuti dopo l’annuncio di Milei, i cittadini argentini già non reggono più Le strade si sono riempite con migliaia di persone che si sono unite alla protesta, iniziata spontaneamente da Plaza de Mayo, sede del presidente argentino.
La manifestazione ha portato ad un caos collettivo nella città di Bueno Saires, costringendo le forze dell’ordine ad intervenire. Sono stati inevitabili gli scontri con la polizia, che hanno portato all’arresto di due persone,
Eduardo Belliboni, leader del gruppo di protesta di sinistra “Polo obrero”, sostiene che la mobilitazione era stata organizzata in maniera pacifica e che i partecipanti non volevano “alcun tipo di scontro”. Il governo di Milei aveva già minacciato che chiunque avesse partecipato alle manifestazioni che avrebbe rischiato di perdere il proprio diritto ai sussidi statali.