Media costretti alla fuga dalla Russia
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Direttore: Alessandro Plateroti

Media costretti alla fuga dalla Russia

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Molti giornalisti hanno lasciato la Russia dall’inizio della guerra e sono rifugiati in tutta Europa.

Molti notiziari e giornali indipendenti sono stati costretti a chiudere. La censura si è fatta ancora più severa con la propaganda da seguire con l’aggressione dell’Ucraina. Chi non segue la linea del Cremlino è meglio che taccia o lasci il paese. Così molti giornalisti hanno preferito lasciare la Russia e trovare rifugio nel resto d’Europa. Non contano di tornare e non si sentono dei traditori del paese.

La guerra ha messo in fuga oltre sei milioni di persone che sono arrivati profughi nei nostri paesi europei. Ma gli ucraini non sono gli unici costretti a lasciare il proprio paese dall’inizio della guerra. Anche molti russi, soprattutto coloro che lavorano nei media e nell’informazione sono stati costretti alla fuga.

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Molti hanno trovato rifugio a Budapest o altri paesi limitrofi. C’è chi fa volontariato e aiuta i profughi ucraini. Ci sono molti russi che condannano l’invasione russa che secondo i cittadini fedeli a Putin sono considerati dei traditori. Ma loro non si sentono traditori, non sentono di aver tradito la loro patria. Una russa rifugiata a Budapest sottolinea che il problema è lo Stato. “Io però non critico in generale la Russia. Ce l’ho con lo Stato, la burocrazia che prende decisioni al posto nostro. Non sono ucraina, sono russa e non sarò mai nient’altro”.

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I media indipendenti minacciati dalla censura

I media indipendenti che potevano trasmettere libera informazione erano ben pochi già prima, ma con l’inizio della guerra ne erano rimasti ancora meno. Uno degli ultimi a chiudere le trasmissioni è stato Rain Tv il cui vicedirettore è fuggito in Lituania. Come racconta a Euronews, Yelovsky dice che ora è praticamente impossibile fare il giornalista in Russia.

Lasciare la Russia, il proprio paese, però non è stato facile nonostante le minacce ricevute che i giornalisti ricevevano di continuo. “È stata molto dura e molto triste per me, perché ho passato un mese in Russia quando già sapevo che sarei partito. Quel periodo è stato pieno di dolore, di addii. Stavo come impacchettando tutto, incasellando i ricordi nella mia mente” racconta il giornalista russo a Euronews.

Ora Yelovsky lavora per il canale YouTube del magnate russo in esilio Mikhail Khodorkovsky dove non è esposto a censura o rischia di commettere reati penali. Il giornalista è convinto che fintanto che al Cremlino ci sarà Putin, sarà impossibile tornare a casa.

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ultimo aggiornamento: 20 Maggio 2022 11:11

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