Medvedev attacca ancora l’Occidente: “Draghi non è Berlusconi”

Medvedev attacca ancora l’Occidente: “Draghi non è Berlusconi”

Medvedev attacca l’Occidente, di nuovo. In un discorso su Telegram spiega quali sono i problemi legati alla politica europea.

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo attacca ancora l’Occidente. “Senza offesa per nessuno, ma è evidente a tutti che Mario Draghi non è Silvio Berlusconi e Olaf Scholz non è Angela Merkel. Si tratta di persone nuove e di una nuova era di governo, a mio avviso tutt’altro che ottimale”. Sono queste le parole dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev, scritte attraverso la piattaforma Telegram.

I problemi della politica europea secondo Medvedev

E continua: “Il problema della degenerazione della politica europea è soprattutto legato al fatto che è diventata una pallida riserva dei solisti americani. Charles de Gaulle potrebbe opporsi a qualsiasi presidente americano. E ora quali europei lo faranno senza stringersi la mano? Non pensano al futuro. Sono limitati solo dai loro flaccidi obiettivi elettorali”.

“I politici forti non sono mai stati russofobi”

Il vicepresidente ed ex presidente russo spiega: “Da molto tempo sono in contatto con leader stranieri e posso constatare quanto il livello dei politici occidentali si sia abbassato. Negli ultimi vent’anni è accaduto letteralmente davanti ai miei occhi. Ovviamente, in Europa non sono rimasti politici come Helmut Kohl, Jacques Chirac o Margaret Thatcher. Non si tratta, ovviamente, di coloro che a volte vengono definiti filo-russi, anche se i politici forti non sono mai stati russofobi. La questione è completamente diversa”.

Tutto questo “crea problemi non solo al mondo occidentale, ma anche a noi, alla Russia. Il calibro dei politici sta inesorabilmente diminuendo. Come ha giustamente osservato Vladimir Putin, ‘dopo la morte del Mahatma Gandhi, non c’è più nessuno con cui parlare”.

Così ha concluso la sua denuncia nei confronti della comunità europea. In questo clima di guerra sembra che Medvedev abbia deciso di uscire allo scoperto, per tentare di far cadere i pregiudizi liberali che i partiti conservatori hanno espresso in passato sul suo conto.