Giorgia Meloni non parteciperà alla cerimonia di insediamento di Donald Trump, ma un incontro bilaterale a Washington è in programma.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni non sarà presente il prossimo 20 gennaio alla cerimonia di insediamento di Donald Trump, che tornerà alla Casa Bianca dopo aver vinto le elezioni presidenziali del 2024. La notizia arriva da fonti dell’Adnkronos, che sottolineano come l’assenza non sia legata a questioni politiche, ma a impegni istituzionali già in calendario.
Meloni rinuncia alla cerimonia di insediamento di Trump
Nonostante l’assenza, le stesse fonti riportano che la premier italiana è intenzionata a volare a Washington nelle prossime settimane per un incontro bilaterale con il neo-presidente statunitense.
L’assenza di Meloni alla cerimonia di insediamento non sembra destinata a influenzare le relazioni bilaterali tra Italia e Stati Uniti. Con la nuova presidenza Trump, è probabile che i due leader discutano temi cruciali come la collaborazione economica, le strategie per la sicurezza internazionale e le questioni legate al Mediterraneo.
Un’assenza significativa, ma non definitiva
La decisione di non partecipare all’insediamento sottolinea una gestione pragmatica della diplomazia da parte del governo italiano. La presenza di Meloni a un prossimo bilaterale conferma l’intenzione di mantenere rapporti solidi con Washington, in linea con il ruolo strategico dell’Italia nell’Unione Europea e nella NATO.
Meloni, intervistata tra le pagine di Sette, settimanale del Corriere della Sera, ha lungamente parlato di Trump: “Ho letto le ultime dichiarazioni del presidente eletto degli Stati Uniti Trump. Sono parole totalmente sovrapponibili a quelle che ho ripetuto, a nome dell’Italia, in molte occasioni”.
La premier ha aggiunto: “Abbiamo sempre detto che l’unico modo per giungere ad una pace è costringere la Russia in una situazione di stallo, perché non c’è alcuna possibilità di pace se non l’equilibrio delle forze di campo e se la Russia ha campo libero nell’invasione dell’Ucraina. Questo è quello che sostiene l’Italia, e che dicono anche gli Stati Uniti”.
