Faccia a faccia tra Meloni e Berlusconi porta alla tregua e si riparte dal totoministri. 5 ministeri per FI ma resta il nodo Giustizia.
Pace fatta tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, almeno per ora la tregua è stata raggiunta. Dopo un’ora e venti di faccia a faccia in via della Scrofa è stata raggiunta un’intesa. Il centrodestra resta unito e salirà insieme al Quirinale per le consultazioni. Nessuno strappo dunque nella maggioranza. L’incontro tra i due leader è stato molto importante anche per la tenuta del futuro governo.
Al termine del colloquio una nota congiunta parla di “unità di intenti e massima cordialità e collaborazione”. Come annunciato, “Fratelli d’Italia e Forza Italia si presenteranno uniti, con le altre forze della coalizione, alle consultazioni con Mattarella”. Berlusconi ha dichiarato che Forza Italia prenderà parte al governo Meloni “per un esecutivo forte”.
Si riparte da dove si erano lasciati, il totoministri. Uno dei punti saldi e dei pochi su cui entrambi sono d’accordo è Antonio Tajani agli Esteri e probabile vice-premier. Altri forzisti dovrebbero ottenere altri dicasteri come Casellati alle Riforme, Pichetto Fratin alla Transizione Ecologica. Resta il nodo Giustizia che non viene ancora sciolto. Meloni resta ferma sull’ex magistrato Carlo Nordio mentre Berlusconi insiste e vorrebbe il dicastero per sé.
Resta ancora il nodo Giustizia
« Se per voi la Giustizia è fondamentale, parliamone. Non ci sono preclusioni. Però a quel punto è tutto l’impianto del governo così come lo abbiamo delineato a dover essere rivisto, perché tutto si tiene» dice la futura premier più pacata senza smorzare le illusioni con i suoi no trancianti che avevano indispettito tanto il Cavaliere. L’intenzione da parte di entrambi è quella di lasciarsi quello che è accaduto alle spalle e dimenticare, anche se ad essere scettico che i due dimentichino è il terzo alleato Salvini.
Ora la priorità, come sottolineato dal leader di Forza Italia, è “dare ascolto alle sofferenze del Paese che si trova davanti a prospettive difficili”. Ma Berlusconi insiste sulla pari dignità tra Forza Italia e Lega avendo ottenuto i due partiti un numero di voti abbastanza simile. Il risultato è un buon numero di dicasteri. Restano alcuni nodi, tra cui la Giustizia. Risolto anche il caso Ronzulli che Meloni non vuole al governo. Non la esclude per altri ruoli, ma il governo assolutametne no.
Per la Giustizia, Meloni spiega a Berlusconi che Nordio “ha una fisionomia assolutamente autonoma e meno politica di quella di Casellati» e sarebbe il candidato migliore. Casellati andrebbe così alle riforme anche se questa ipotesi non convince Salvini.