“Meloni complice di un criminale”, parlano ex prigionieri
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

“Meloni complice di un criminale”, parlano ex prigionieri delle carceri di Almasri

Giorgia Meloni

Le testimonianze di tre ex prigionieri: “Perché non avete consegnato Almasri alla Corte dell’Aja?”, la gravissima accusa alla Meloni.

Nella sala conferenze di Montecitorio, tre ex prigionieri delle carceri libiche controllate da Almasri hanno rivolto una domanda diretta al governo italiano: “Perché non avete consegnato Almasri alla Corte dell’Aja?”. Lam Magok, David Yambio e Mahamat Daou, testimoni diretti delle atrocità subite, hanno raccontato le torture inflitte dal generale libico accusando Giorgia Meloni di “complicità”.

Giorgia Meloni in aula

Il ruolo del governo Meloni e le opposizioni in silenzio

“Dopo un tentativo di fuga fallito, venne da noi con la pistola in pugno e ci disse che ci avrebbe uccisi”, ha dichiarato Lam Magok. Il suo racconto parla di cinque giorni di torture disumane. “Meloni dice di essere madre e cristiana: le chiedo come può rendersi complice di un criminale?”, ha aggiunto, suscitando sconcerto tra i presenti.

Alla conferenza stampa erano presenti diversi parlamentari delle opposizioni, tra cui Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra, la segretaria del Pd Elly Schlein, Riccardo Magi di +Europa e Vittoria Baldino del Movimento Cinque Stelle

Nessuno di loro ha preso parola durante le testimonianze, lasciando che fossero i sopravvissuti a parlare. Successivamente, è stato diffuso un comunicato congiunto: “L’informativa in Parlamento l’hanno fatta loro”.

Nel frattempo, i ministri Nordio e Piantedosi, attesi alle Camere per riferire sull’estradizione di Almasri, si sono sottratti al dovere istituzionale di rispondere. La decisione ha alimentato polemiche e sospetti sulla gestione dell’intera vicenda.

L’Italia ha aggirato la giustizia internazionale?

L’operazione di rimpatrio di Almasri è stata condotta con una rapidità sospetta. Il Falcon dei servizi segreti era già pronto per il decollo ben prima che la Corte d’Appello di Roma firmasse l’ordine di scarcerazione. 

Il decreto di espulsione è stato predisposto dal ministero dell’Interno, mentre il ministero della Giustizia dichiarava di essere ancora in fase di “valutazione” sulla richiesta della Corte dell’Aja.

La Corte d’Appello di Roma, nell’ordinanza ufficiale, ha confermato che il ministero della Giustizia non ha richiesto alcuna misura cautelare nei confronti di Almasri, nonostante fosse a conoscenza del mandato di arresto internazionale.

Norme violate e dubbi sull’espulsione

L’Italia, con l’espulsione di Almasri, ha violato lo Statuto di Roma e la legge italiana del 20 dicembre 2012, n. 237, che regolamenta la cooperazione con la Corte penale internazionale

Secondo la normativa, il ministero della Giustizia avrebbe dovuto informare immediatamente la Corte dell’Aja dell’arresto e delle misure adottate. Nessuna comunicazione è avvenuta.

Il provvedimento di espulsione è stato eseguito il 21 gennaio, con un volo speciale per Tripoli organizzato ore prima dai servizi segreti. La motivazione ufficiale fa riferimento a “motivi di sicurezza nazionale” ai sensi dell’articolo 13, comma 1 del Testo Unico sull’immigrazione. 

Tuttavia, sorge una domanda: quale pericolo avrebbe potuto rappresentare un uomo detenuto sotto mandato della Corte dell’Aja in un carcere italiano?

L’operazione ha evitato alla premier Giorgia Meloni, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al sottosegretario Alfredo Mantovano di dover riferire in Parlamento. 

Al momento, l’onere di fornire risposte sembra ricadere sull’avvocata Giulia Bongiorno, incaricata di giustificare l’operato del governo.

Leggi anche
Sanremo 2025, polemiche e scandali: da Annalisa a Emis Killa, le indiscrezioni

Riproduzione riservata © 2025 - NM

ultimo aggiornamento: 30 Gennaio 2025 17:18

Sanremo 2025, polemiche e scandali: da Annalisa a Emis Killa, le indiscrezioni

nl pixel