Come Giorgia Meloni tenta di contrastare l’alleanza tra Macron, Scholz e Sanchez nell’Unione Europea. Ecco come stanno le cose.
Mentre Giorgia Meloni partecipava al G7 di Fasano, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron, con la collaborazione del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, stavano lavorando dietro le quinte per creare un’alleanza strategica. Questo accordo mirava a consolidare il potere all’interno dell’Unione Europea, con un incontro informale organizzato dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
In un momento cruciale per il futuro politico dell’Europa, Scholz ha incontrato Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, escludendo intenzionalmente Meloni. Questo ha sollevato sospetti di un accordo volto a sostenere la rielezione della von der Leyen, evitando un’alleanza con i conservatori.
Il patto segreto tra Macron, Scholz e Sanchez
Scholz ha dichiarato, dopo il suo ritorno dalla Puglia, che il governo Meloni è di “estrema destra”, proponendo una maggioranza che includa popolari, socialisti e liberali. Tuttavia, questa coalizione raggiungerebbe solo 406 voti, appena sopra la soglia minima. Tajani, ministro degli Affari esteri italiano, ha proposto un’alleanza tra popolari, liberali e conservatori, che avrebbe 346 seggi, comunque insufficienti per una maggioranza stabile.
Meloni: un ruolo centrale nel futuro dell’UE
La cena informale di Bruxelles vedrà la discussione delle future presidenze di Commissione, Consiglio europeo e Parlamento, oltre all’incarico di Alto rappresentante per gli Affari Esteri. Le trattative indicano una possibile assegnazione della Commissione e del Parlamento al Partito Popolare Europeo (PPE), il Consiglio europeo ai socialisti e l’Alto rappresentante ai liberali. Questo piano esclude i Conservatori e Riformisti Europei (ECR) guidati da Giorgia Meloni, terzi per dimensioni nel Parlamento europeo.
Meloni ha insistito sul fatto che l’Italia meriti un ruolo significativo nelle future decisioni della Commissione, richiedendo un vicepresidente con un portafoglio importante per il Paese. Tajani ha già fatto il nome di Roberta Metsola come possibile presidente del Parlamento europeo, una scelta vista favorevolmente per l’Italia.
Tra i candidati italiani per un posto di rilievo nella Commissione europea figurano Elisabetta Belloni, ex direttore generale del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, Daniele Franco, ex ministro dell’Economia, e Stefano Cingolani, attuale amministratore delegato di Leonardo. A livello europeo, si parla di un ticket con von der Leyen alla Commissione e l’ex premier portoghese Antonio Costa al Consiglio europeo. Tajani ha escluso la candidatura di Mario Draghi per la presidenza del Consiglio Europeo, sottolineando che le nomine richiederanno complessi accordi politici tra le diverse fazioni.
Francia e Germania sono intenzionate a concludere rapidamente un accordo per evitare che un eventuale successo del Rassemblement National in Francia possa destabilizzare i loro piani. Meloni dovrà trovare una strategia per affermarsi e contrastare la forte influenza di Francia e Germania, che, nonostante le elezioni imminenti, non sembrano intenzionate a perdere il loro controllo sull’Europa.