Giorgia Meloni, il caso Almasri e la recente denuncia sta rafforzando Fratelli d’Italia: gli italiani si fidano ancora di lei.
La recente iscrizione nel registro degli indagati della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, insieme ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, nonché al sottosegretario Alfredo Mantovano, ha sollevato un polverone politico.
Meloni, il caso Almasri la sta “rafforzando”
L’inchiesta riguarda presunti reati di favoreggiamento e peculato legati al rimpatrio del cittadino libico Almasri, accusato di gravi crimini dalla Corte Penale Internazionale.
Le forze di opposizione non hanno tardato a esprimere il proprio dissenso. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato: “Non lasciatevi distrarre: lo fanno per non parlare dei loro errori e dei problemi reali dei cittadini, dei tagli sulle buste paga, delle zero-soluzioni su carovita e crisi industriale. Quanto al caso del criminale libico, una cosa è già certa: il governo ha combinato un grave disastro politico”.
Dal canto suo, l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha difeso l’operato della procura, definendo l’avviso di garanzia un “atto dovuto” nell’ambito delle indagini in corso.
Il sondaggio Piepoli: fiducia nel governo nonostante le polemiche
Nonostante le turbolenze giudiziarie, un recente sondaggio condotto dall’istituto Piepoli e pubblicato su “Il Giornale” rivela che la fiducia degli italiani nel governo e nella presidente del Consiglio ha subito una flessione minima, pari a un punto percentuale.
Fratelli d’Italia registra addirittura una crescita dello 0,5%, attestandosi al 30,5%.
Secondo l’analisi di Nicola Piepoli, “Un governo stabile nella sua compattezza e un’opposizione stabile nella sua fragilità”. Questo suggerisce che, nonostante le accuse e le indagini in corso, l’esecutivo mantiene una solida base di consenso tra gli elettori.
Il caso Almasri rappresenta una sfida significativa per il governo Meloni, sia sul piano giudiziario che politico. Tuttavia, i dati attuali indicano che la fiducia degli italiani nell’esecutivo rimane sostanzialmente invariata, evidenziando una resilienza politica non comune.
