Le tensioni all’interno della maggioranza si intensificano tra dimissioni e decisioni politiche cruciali: Meloni “mette in panchina” la Santanchè?
Il Palazzo trema, gli equilibri sono al limite della rottura. La maggioranza guidata da Giorgia Meloni vive ore decisive che potrebbero ridisegnare gli assetti politici nei prossimi giorni, specie in merito alle possibili dimissioni di Daniela Santanchè.
La strategia di Meloni: Santanchè verso l’addio
La ministra Daniela Santanchè è sempre più vicina all’uscita di scena. Nonostante le difese di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, tra cui il ministro Guido Crosetto, la premier sembra avere le idee chiare: meglio tagliare subito i ponti per evitare uno stillicidio mediatico, specie dopo il caso Sangiuliano-Boccia.
In pole position per sostituire la Santanchè c’è Lucio Malan, capogruppo FdI al Senato. L’ipotesi di un avvicendamento è concreta, nonostante le smentite ufficiali.
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha già fatto trapelare la sua posizione: “Nel pranzo di martedì io e Meloni non abbiamo parlato del caso Santanchè”.
Anche Tajani è intervenuto e, insieme a Forza Italia, pare essere contrario alle dimissioni: “Nell’incontro di oggi di Santanchè non si è parlato. Noi siamo garantisti e finché una persona non è condannata in via definitiva è innocente”.
Poi aggiusta il tiro: “Poi sono scelte che farà Santanchè”.
Palazzo Chigi smentisce le indiscrezioni sui possibili sostituti: “Malan e Bignami erano a palazzo Chigi per parlare di autostrade. Il resto sono solo fantasie”.
Scontro interno: Lega e autonomia, è braccio di ferro
Ma il vero terremoto potrebbe essere lo scontro con Matteo Salvini sull’autonomia differenziata.
La Lega spinge per accelerare, Forza Italia frena. Roberto Occhiuto, governatore della Calabria, è netto: “Né fretta né melina. Il Parlamento dovrà lavorare per dotare il Paese di una legge realmente conveniente per tutti. Nel frattempo, sia chiaro, nessuna corsa alle intese tra Stato e Regioni”.
Lo scontro rischia di deflagrare al congresso leghista di marzo, dove Salvini potrebbe essere messo alle strette. Gli scenari sono aperti: dalla possibile detronizzazione del leader fino a colpi di scena che potrebbero anticipare una crisi di governo.