La presidente del Consiglio ha visitato il luogo in cui sono avvenute le violenze nei confronti delle due cuginette di 10 e 12 anni.
Secondo Giorgia Meloni, a Caivano “lo Stato ha fallito” ma “in tempi brevi ci sarà una bonifica radicale“. Questa la rassicurazione della presidente del Consiglio alla realtà in provincia di Napoli che è diventata teatro delle violenze sessuali di gruppo perpetrate ai danni di due cuginette di 10 e 12 anni.
Gli abitanti del comune campano avevano annunciato proteste sui social contro la leader di Fratelli d’Italia, arrivando anche a minacciarla di morte per aver tolto il reddito di Cittadinanza, ma la premier invece è stata accolta con indifferenza: sono state poche le persone scese in strada per salutarla.
Il viaggio della presidente del Consiglio
La trasferta di Giorgia Meloni a Caivano l’ha portata nella parrocchia di Don Maurizio Patriciello, il prete che l’aveva invitata a visitare il comune, e nell’istituto superiore Francesco Morano, dove ha potuto toccare con mano il dramma dei ragazzi che abbandonano la scuola in giovane età.
“Bisogna rafforzare le norme per contrastarla“, ha affermato Meloni sul tema della dispersione scolastica, specificando che il governo si impegnerà per stanziare “un milione e mezzo di euro per quattro scuole, venti docenti in più e istituti aperti anche di pomeriggio“.
“L’obiettivo è che domani Caivano sia un modello: da problema a esempio“, ha detto la presidente del Consiglio. L’inizio della ricostruzione sarà la ristrutturazione del centro sportivo Delphinia, luogo in cui sono avvenute le violenze sulle cuginette, che Meloni ha definito “una discarica a cielo aperto. Vogliamo riaprirlo entro la prossima primavera“.