L’ambasciatore ucraino attacca l’ex cancelliera per il suo rapporto passato con Putin.
In riferimento all’intervista di ieri allo Spiegel a Berlino all’ex cancelliera, l’ambasciatore ucraino in Germania, Andrij Melnyk attacca Angela Merkel. «La mancanza di autocritica da parte di Angela Merkel in merito al suo rapporto con la Russia è sconcertante» ha detto l’ambasciatore ucraino. «Nessun cenno di autocritica», ha continuato. «Le dichiarazioni dell’ex cancelliera sulla sua politica con la Russia e il suo trattamento troppo indulgente nei confronti del dittatore Putin sono sconcertanti».
Nella sua intervista Merkel aveva dichiarato di non essersi pentita della sua politica nei confronti di Mosca e di aver portato avanti in modo diplomatico un dialogo con Putin. Nonostante questa sua politica poi oggi si rivela fallimentare, l’ex cancelliera ha detto di non pentirsi per aver fatto il possibile. Nei suoi 16 anni di governo ha tentato più volte la diplomazia e oggi non ritiene di doversi scusare per questa sua linea di politica estera.
La Germania deve rivalutare i suoi rapporti con Mosca
Ma l’ambasciatore ucraino non ha gradito questa sua posizione e ha attaccato duramente l’ex cancelliera. «Le osservazioni di Merkel sono molto spiacevoli, perché senza un’onesta rivalutazione complessiva della politica della Germania nei confronti della Russia non è possibile trarre conclusioni corrette per le future relazioni con Mosca e fermare la sua aggressione» ha detto il diplomatico.
I legami però con l’ex Urss e la Germania sono stati sempre molto fitti, soprattutto negli ultimi trent’anni. Complice il fatto che metà della Germania e di Berlino erano sotto i russi con la Ddr. Gli stretti rapporti tra Mosca e Berlino si notano anche nel caso dell’ex cancelliere socialdemocratico Gerhard Schroeder, passato dal guidare la Germania a guidare la Gazprom. Dei rapporti che ora risultano un po’ scomodi.
Nonostante la sua durezza contro Trump e gli altri dittatori del mondo in difesa della sovranità democratica europea, Merkel non è riuscita a fare lo stesso con Putin. Per questo non ha colto – o non ha voluto cogliere – tutti i campanelli d’allarme che poi hanno portato a quello che stiamo vivendo oggi.