Rivelazione shock: quando Messina Denaro venne fermato, ma non fu riconosciuto

Rivelazione shock: quando Messina Denaro venne fermato, ma non fu riconosciuto

Matteo Messina Denaro, arrestato dopo 30 anni di latitanza, era stato fermato sette anni fa senza essere riconosciuto.

Continuano a spuntare nuovi dettagli sulla latitanza di Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa Nostra morto esattamente quattro mesi fa. Dopo le parole del boss mafioso durante uno degli interrogatori in carcere, spunta un’altra verità: sette anni fa era già stato fermato a un posto di blocco, ma senza essere riconosciuto.

Messina Denaro arrestato dopo 30 anni

Quando Matteo Messina Denaro è stato arrestato, dopo 30 anni di latitanza, si presentava visibilmente ingrassato rispetto alle ultime foto conosciute su di lui, che risalgono a diversi anni fa. Vestito con un cappellino, un cappotto di montone e occhiali da vista scuri, è stato tenuto sotto braccio dai carabinieri e ha attraversato a piedi in manette il viale della clinica, prima di essere portato via a bordo di un mezzo dei carabinieri del Ros.

E’ stato proprio il cambiamento che il decorrere del tempo ha impattato sul suo aspetto fisico, a permettergli di mascherare il Messina Denaro del passato. Il boss aveva vissuto a lungo nel territorio del Trapanese, sicuro di non essere scoperto.

Quando non fu riconosciuto

Uno dei più grandi latitanti della storia italiana ricercati per 30 anni, e quando c’è stata la possibilità di incastrarlo, non è stato riconosciuto. E’ quello che emerge indagini del procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, che rivela che il capomafia era stato fermato a un posto di blocco sette anni fa, ma non era stato riconosciuto.

“Messina Denaro confidava sul fatto che le forze dell’ordine avevano sue foto vecchie di anni, ma c’era anche chi lo avvisava dei movimenti degli investigatori”, spiega Maurizio de Lucia, il magistrato che ha coordinato le indagini che hanno portato all’arresto del boss.

“Ci dobbiamo interrogare su come sia stato possibile che abbia trascorso trent’anni in latitanza. Oggi, l’impegno della procura di Palermo è quello di individuare chi ha favorito Messina Denaro”, aggiunge il procuratore.