Messina Denaro, Meloni: “Nessuna trattativa”

Messina Denaro, Meloni: “Nessuna trattativa”

La soddisfazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’arresto del boss latitante Messina Denaro.

La premier ieri si è recata a Palermo per congratularsi con la Procura e i Carabinieri che hanno eseguito l’arresto. Sulla strada si è fermata davanti alla stele che ricorda la strage di Capaci dove il magistrato Falconi fu ucciso da Cosa Nostra. Giorgia Meloni, ospite a Quarta Repubblica di Porro su Rete 4 ha ricordato anche ieri che ha intrapreso la carriera politica quando a 15 anni assistette alle stragi di Falcone e Borsellino.

“Sono felice, non per me ma per questa nazione per la sua capacità di essere ancora in grado di sferrare il colpo, che non subisce” dice la premier Meloni in videocollegamento raccontando che davanti alla stele di Capaci ha pensato che “quel testimone è stato raccolto. C’è qualcun altro che quella battaglia l’ha continuata a portare avanti e che oggi può raccontare all’Italia un grande successo”.

Giorgia Meloni

Il ricordo di Capaci e la personale commozione della premier

Dal punto di vista personale, la premier ammette: “Per me è commovente perché ho cominciato a fare politica sulla scia della strage di via d’Amelio e quella rabbia che ho provato a 15 quando ho visto quella devastazione, perché ho fatto della lotta alla mafia una delle principali ragioni del mio impegno politico” dice Meloni. “Ho iniziato questa avventura da quelle macerie, oggi mi ritrovo da presidente del Consiglio a guidare un guidare un governo nell’Italia nella quale viene arrestato il principale latitante di mafia. Mi ha dato una grande soddisfazione perché le cose possono cambiare” dice soddisfatta la presidente.

“Il primo provvedimento in assoluto assunto da questo governo è la difesa del carcere ostativo, del carcere duro. Matteo Messina Denaro andrà al carcere duro perché quell’istituto esiste ancora grazie a questo governo. Quindi qualcuno dovrebbe spiegarmi su che cosa si sarebbe fatta questa eventuale trattativa”, ha detto la premier Meloni rispondendo alla questione della trattativa.

“Non serve mettersi d’accordo con la mafia per batterla”

Alle voci che subito sono emerse relative al fatto che Denaro avesse intenzione di consegnarsi per ottenere qualcosa in cambio la premier ribatte: “Basta autoflagellarci”, e insiste sul fatto che oggi lo stato italiano può “finalmente cantare vittoria”, e invece “stiamo lì a inventarci che non può essere così”. La teoria del complotto, secondo Meloni, è un insulto a chi sta sacrificando la loro vita, 24 ore al giorno con pedinamenti e intercettazioni.

“Non c’è bisogno di mettersi d’accordo con la mafia per batterla”, perché le forze dell’ordine e di giustizia sono in grado di sconfiggerla. “L’obiettivo è sempre il tema della politica. Ma ci sono delle materie in cui la politica dovrebbe passare in secondo piano. Oggi una cosa è andata bene e qualcuno lo deve dire” conclude la premier.

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