Spuntano anche immagini recenti dove Messina Denaro si recava alla Coop di Campobello di Mazara per fare la spesa.
Non cessano ancora le indagini nei luoghi dove ha vissuto il boss mafioso Matteo Messina Denaro, arrestato a Palermo il 16 gennaio scorso, dopo 30 anni di latitanza. I carabinieri da quel momento hanno proseguito con le indagini per ricostruire tutti i suoi spostamenti durante questi anni. Ritrovati tre covi, e oggetti di proprietà del boss.
Nella casa della madre
I carabinieri hanno perquisito anche la casa di famiglia in via Alberto Mario e Castelvetrano (Trapani), dove Matteo Messina Denaro ha passato gli anni precedenti alla latitanza con la madre. Qui sono stati trovati una bottiglia di champagne, il libro “Facce di mafiosi” dell’artista Flavia Mantovan e i noti occhiali da sole a goccia Ray-Ban del boss.
Tra gli altri oggetti personali, i militari comunicano che hanno trovato anche delle foto: tra queste ce n’è una che ritrae Denaro da giovane con gli stessi occhiali da sole, e una del padre don Ciccio, morto nel 1998. Spuntano anche le immagini del padrino che andava al supermercato e faceva la spesa, alpunto vendita “Coop” di Campobello di Mazara.
L’interrogatorio di garanzia di Bonafede
Intanto oggi al carcere di Palermo c’è stato l’interrogatorio di garanzia di Andrea Bonafede, il prestanome e “uomo d’onore” di Matteo Messina Denaro, arrestato due giorni fa dai Carabinieri. Qui, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
L’uomo ha riferito agli inquirenti di aver incontrato il boss meno di un anno fa, senza sapere chi fosse, con la richiesta di fornirgli i suoi documenti e una casa dove vivere. Per il gip, però, non è credibile la versione dei fatti di Bonafede, in quanto il latitante non si sarebbe mai affidato “ad un soggetto occasionalmente incontrato, non affiliato e che non vedeva da moltissimi anni, per coprire la sua identità.
Per Bonafede, che risponde di associazione mafiosa, è stata accolta la richiesta di misura cautelare del procuratore Maurizio de Lucia.