Cosa c’è dietro le spese “anomale” dell’onlus di Michela Brambilla: l’inchiesta di Report

Cosa c’è dietro le spese “anomale” dell’onlus di Michela Brambilla: l’inchiesta di Report

L’inchiesta di Report su Michela Brambilla svela spese sospette della onlus: tra hotel di lusso, cene costose e potature.

Dopo Daniela Santanchè e lo scandalo Sangiuliano-Boccia, nel mirino della puntata di Report c’è Michela Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia e presidente della Lega italiana difesa animali e ambiente (Leidaa).

La trasmissione ha puntato l’attenzione su alcune spese effettuate dall’associazione. Mettendo in discussione la loro destinazione e l’effettivo legame con le attività di tutela degli animali.

Michela Brambilla

L’inchiesta di Report su Michela Brambilla: le spese e le notti in hot

Secondo le anticipazioni del Fatto Quotidiano e riportate da Open, l’indagine giornalistica avrebbe evidenziato una serie di uscite finanziarie di Leidaa che non sembrerebbero strettamente collegate alla missione dell’ente.

Tra queste, si segnalano soggiorni in hotel di lusso per un valore di circa 17 mila euro, pranzi e cene dal costo significativo e l’affitto di spazi alberghieri per eventi. Una singola ricevuta, relativa a una notte con cena in camera presso il prestigioso Hotel Principe di Savoia di Milano, ammonterebbe a 3.290 euro. Mentre il totale delle spese per eventi e ospitalità si aggirerebbe intorno ai 17.165 euro.

Ma non è tutto. Nel dossier emergono anche costi destinati al noleggio di auto con conducente per un totale di 7.515 euro e l’acquisto di bottiglie di lusso sotto Natale. Con una fattura che riporta cifre pari a 1.263 euro per un primo acquisto. Poi 2.550 euro per un secondo, relativo a 15 bottiglie dal valore di 139 euro l’una.

L’associazione il possibile “intreccio” con la politica

Oltre alle spese sopra citate, l’inchiesta di Report avrebbe individuato un presunto intreccio tra l’attività dell’associazione e quella politica della Brambilla. Secondo le ricostruzioni, parte delle risorse di Leidaa sarebbero state utilizzate per coprire costi legati al Movimento, la formazione politica fondata dalla deputata e che – di fatto – l’ha sostenuta nella sua rielezione in Parlamento.

Anche il personale impiegato dalla onlus, il cui costo complessivo si aggira sui 411.677 euro, potrebbe essere stato coinvolto in attività non strettamente collegate alla missione statutaria dell’associazione. A destare ulteriore perplessità è una spesa di 488 euro per il noleggio di una piattaforma aerea destinata alla potatura di piante. Un’uscita che appare poco riconducibile alla tutela degli animali.

L’ipotesi sollevata dalla trasmissione è che il servizio possa essere stato impiegato per interventi su proprietà private della parlamentare. Come la sua residenza di Calolziocorte, in provincia di Lecco.