Le ipotesi sull'omicidio di Michelle: "Il killer ha chiesto aiuto"
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Direttore: Alessandro Plateroti

Ipotesi terribile:Michelle non è morta subito,“Il killer ha chiesto aiuto”

detective scientifica raccoglie prove omicidio

Gli investigatori non escludono che Michelle fosse ancora viva quando il killer cercava il carrello della spesa.

E’ stato accusato anche di vilipendio e occultamento di cadavere il 17enne che ha ucciso Michelle Maria Causo, la giovane trovata morta in un carrello della spesa. Gli inquirenti ipotizzano che il ragazzo possa aver chiesto aiuto a qualche conoscente dopo aver commesso il delitto, ma soprattutto che la vittima non sia morta subito.

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Ci sono stati dei complici?

Secondo gli inquirenti, il giovane potrebbe aver chiesto aiuto a qualche conoscente dopo l’omicidio, anche solo per capire come disfarsi del cadavere. L’ipotesi potrebbe trovare conferma dall’analisi dei tabulati telefonici, con cui gli investigatori cercano di capire se ci possono essere stati possibili complici.

Le indagini si focalizzano quindi sul mondo della droga al fine di indagare sull’intera rete di giovani spacciatori collegati al diciassettenne sotto inchiesta.

Il killer: “Michelle non è morta subito”

Durante l’interrogatorio di sabato pomeriggio, il coetaneo di Michelle avrebbe dichiarato: Non è morta subito. Ha avuto le convulsioni, tremava tutta”. Dopo aver colpito la vittima, il 17enne non ha chiamato soccorsi ma avrebbe osservato la ragazza mentre si dimenava in preda alla convulsioni.

Resta infatti aperta la possibilità che la 17enne fosse ancora viva quando il killer è uscito di casa per capire come disfarsi del corpo. Rientrato nell’appartamento, il giovane ha trascinato il cadavere giù dalle scale condominiali per poi infilarlo in un carrello della spesa recuperato da un minimarket lì vicino.

Il minore ha dichiarato al giudice che la lite con la ragazza era scoppiata a causa di un debito. Il ragazzo ha sostenuto che la vittima richiedeva da lui 20-30 euro per avergli precedentemente ceduto dell’hashish. “Le dovevo pagare qualche canna, non avevo i soldi. Ho visto il coltello e l’ho usato. Ma io non ucciderla”, ha dichiarato.

Le indagini nell’appartamento del killer

Durante un sopralluogo all’interno dell’appartamento dove il killer viveva con la madre, i poliziotti della Scientifica hanno rinvenuto del materiale per la produzione di droga sintetica. La camera da letto del 17enne, infatti, pare fosse una sorta di laboratorio artigianale della droga dove l’aspirante trapper preparava la purple drank, la “bevanda viola dello sballo”.

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ultimo aggiornamento: 3 Luglio 2023 15:54

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