Minacce di morte alla giudice Silvia Albano dopo la sentenza sui migranti in Albania: la denuncia dell’Anm e Magistratura democratica.
La giudice Silvia Albano, uno dei sei magistrati del tribunale di Roma coinvolti nella questione del trattenimento dei migranti in Albania, è stata oggetto di gravi minacce di morte, costringendola a presentare una denuncia alla Procura di Roma.
La giudice è anche presidente di Magistratura democratica, corrente della magistratura che ha subito negli ultimi tempi una serie di attacchi pubblici.
In una nota, la stessa associazione ha denunciato come: “La campagna di discredito contro i magistrati romani, e in particolare contro Silvia Albano, ha contribuito a costruire un clima di contrapposizione, di odio, trasceso infine in gravi minacce alla sua incolumità e alla sua vita“.
L’intervento dell’Anm sulla minaccia di morte a Silvia Albano
Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Giuseppe Santalucia, ha preso una posizione netta sulla vicenda.
“Ora basta attacchi personali“, ha dichiarato il presidente, sottolineando la necessità di abbassare i toni nel dibattito pubblico. “Non possiamo additare i magistrati come nemici del popolo, è un messaggio che inquina il dibattito pubblico“, aggiunge.
La richiesta di interrompere la spirale di tensioni non arriva solo dall’Anm. Anche Magistratura democratica ha espresso la critica nei confronti degli attori di questo dibattito.
L’associazione richiama: “Alle proprie responsabilità chi alimenta il discredito e l’odio nei confronti delle istituzioni e delle persone“.
Un clima di odio che preoccupa l’Europa
Le minacce alla giudice Silvia Albano arrivano in un momento di particolare attenzione internazionale sul tema dell’immigrazione in Italia.
Un recente rapporto della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) ha denunciato i: “Contenuti sfrenatamente ostili che in Italia colpiscono coloro che, a diverso titolo, trattano la materia dell’immigrazione“
Secondo l’ECRI, la retorica politica infiammata su temi delicati come quello dei migranti sta contribuendo a creare un clima di odio e intolleranza.
A conferma della gravità della situazione, anche i pubblici ministeri coinvolti nel processo Open Arms, riguardante il salvataggio di migranti nel Mediterraneo, si trovano sotto scorta per ragioni di sicurezza.