Migranti: cos’è il blocco navale di Meloni?

Migranti: cos’è il blocco navale di Meloni?

La campagna elettorale della destra torna sull’immigrazione. Ma è scontro sul blocco navale.

Matteo Salvini e Giorgia Meloni ieri sono stati a Messina, su due palchi diversi. Hanno però trovato il tempo per incontrarsi e fare una foto simbolo che li ritrae abbracciati e sorridenti con una didascalia: “Uniti si vince”. Ma dietro questa foto in realtà ci sono non pochi scontri e uno è emerso proprio ieri. Il leader della Lega è tornato sul suo cavallo di battaglia: l’immigrazione. La ricetta della Lega è ancora quella dei decreti sicurezza – bocciati peraltro dalla Corte costituzionale. Mentre dall’altra parte della città Giorgia Meloni risponde con il blocco navale.

Per la leader di Fratelli d’Italia sarebbe questo l’unico modo per bloccare l’immigrazione illegale e per “mettere fine alle partenze illegali verso l’Italia e alla tragedia delle morti in mare”. “Uno Stato serio controlla e difende i propri confini”, ha scritto, aggiungendo che “è giunto il momento di voltare pagina”.

Giorgia Meloni

Cosa intende realmente Meloni?

Non sono tardate ad arrivare le critiche a questa proposta anche dal centrodestra. Antonio Tajani ha bocciato l’idea dell’alleata come “difficilmente realizzabile”. Ma cos’è a livello giuridico il blocco navale? Si tratta di un’azione militare, ovvero le forze armate di uno o più stati bloccano i porti di uno Stato. Secondo il diritto internazionale il blocco navale non è mai consentito se non in casi estremi di legittima difesa: aggressione o invasione. Altrimenti viene considerato come atto di guerra verso il paese di cui si vogliono controllare i porti.

“Quello che si dice sul blocco navale come atto di guerra è una fake news”, ha detto Giorgia Meloni rispondendo alle polemiche. La leader di FdI ha spiegato che quello a cui si riferisce è “una missione europea per bloccare le partenze, in collaborazione con le autorità libiche”. E porta l’esempio concreto dell’accordo che c’è tra Europa e Turchia “sulla rotta dei migranti che arrivavano da Est per fermarla”.

Per Giorgia Meloni difendere le frontiere dell’Ue è un pilastro del trattato di Schengen ed è una responsabilità, ed è per questo necessario aprire un hot-spot in territorio extra-Ue per distinguere “i veri profughi dai clandestini e consentendo l’accoglienza dei primi negli Stati dell’Ue”.