Asse de Magistris-Papa Francesco in difesa dei migranti: il Mediterraneo non sia un cimitero

Asse de Magistris-Papa Francesco in difesa dei migranti: il Mediterraneo non sia un cimitero

Luigi de Magistris scrive a Papa Francesco: Il mar Mediterraneo non sia un cimitero. Noi pensiamo debba essere un luogo di vita.

In occasione della visita di Papa Francesco a Napoli, Luigi de Magistris ha inviato una lunga lettera al pontefice. Nella missiva, pubblicata da il Mattino, Luigi de Magistris è tornato a parlare di accoglienza e porti aperti all’interno di un discorso ovviamente legato non solo ai migranti.

Papa Francesco

Luigi de Magistris a Papa Francesco: In questi tempi in cui qualcuno crede di sigillare i mari noi pensiamo che il mare debba essere luogo di vita

Nella fase iniziale della lettera a Papa Francesco Luigi de Magistris ha fatto una riflessione sul Mediterraneo e sulla necessità di contrastare la politica dei porti chiusi. Il tutto senza fare esplicitamente il nome di Matteo Salvini.

“Napoli, nella sua storia, è città che ha accolto tutte le culture, religioni diverse, tanti popoli. Siamo nel cuore del Mediterraneo. In questi tempi in cui c’è chi pensa di sigillare il mare, di costruire mura, realizzare chilometri di filo spinato, noi pensiamo che il mare debba essere luogo di vita, in cui si possano incontrare i popoli per unirsi nelle loro diversità per salvare il pianeta, il nostro mare non può essere un cimitero”.

Luigi de Magistris

“C’è chi usa le ruspe per far emergere i rancori e c’è chi opera per far prevalere l’amore”

Nella fase conclusiva della lettera il sindaco di Napoli ha invece voluto sottolineare la differenza tra la politica di Matteo Salvini e di quella ideologica intrapresa da Papa Francesco.

Il Mediterraneo non deve essere l’olocausto del terzo millennio. Per costruire ponti di umanità contro le mura del rancore e del razzismo, si devono abbattere mura e filo spinato che tante persone hanno nel cuore e nella mente. Ed in questo la Sua opera è potente.

C’è chi usa ruspe per far emergere rancori, paure ed egoismi, facendo credere che le infelicità sono colpa di chi è diverso da noi, fragile e povero, non invece causa di un sistema che crea insopportabili disuguaglianze e c’è chi opera, invece, per far prevalere l’amore sull’odio e consentire alle persone di scegliere”.