Al Consiglio europeo si è discusso non solo del piano del Mediterraneo ma anche di quello relativo alla rotta balcanica.
Ieri si sono riuniti i ministri dell’Interno europei a Bruxelles nel Consiglio europeo straordinario. In primo piano sul tavolo del vertice, il piano d’azione per la gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo centrale. Ma la Commissione europea fa sapere di star lavorando ad un piano analogo che riguarda i flussi migratori nel Mediterraneo orientale, la cosiddetta rotta balcanica. Presto verrà presentato anche questo piano.
Secondo quanto ha annunciato la Commissione, il piano verrà presentato prima del vertice Ue-Balcani che si terrà a Tirana il 6 dicembre. La rotta balcanica è un problema serio da affrontare anche perché implica una tratta molto più impervia e complessa, soprattutto in condizioni climatiche avverse e un percorso molto più lungo. Dall’Afghanistan e Pakistan i migranti attraversano tutta l’Asia minore dalla Turchia poi cercano di arrivare in Grecia e vivono in condizioni estreme e pericolose alla frontiera bosniaca alle porte d’Europa.
Il piano dell’Ue per contrastare gli arrivi nel Mediterraneo orientale
La rotta balcanica è il movimento migratorio più ampio alle frontiere dell’Unione europea. “Stiamo pianificando di presentare un Piano sulla rotta balcanica, che sarà pronto prima del vertice Ue-Balcani Occidentali a Tirana il 6 dicembre“ ha annunciato la vicepresidente Schinas. Anche la commissaria degli Interni ha detto a Politico che è il momento per un piano per la rotta dei Balcani occidentali in cui l’Austria è molto colpita dagli arrivi.
A preoccupare sono i dati di Frontex che registrano un aumento del 77% degli arrivi rispetto allo scorso anno ed è il numero più alto dal 2016. La commissaria Johansson ha anche evidenziato che molti arrivano da Paesi per cui non riconosciamo la protezione internazionale, come India, Tunisia e Burundi, sfruttando la possibilità di viaggiare senza visto in Paesi balcanici e di lì tentare di entrare nell’Ue in modo irregolare.
Per questo l’Ue ha agito su quattro fronti: un “partenariato anti-trafficanti con i Paesi dei Balcani Occidentali“; un nuovo accordo con la Macedonia del Nord per dispiegare squadre alle frontiere Ue di Grecia e Bulgaria ma anche extra-Ue come Serbia, Kosovo e Albania. In più ha avviato negoziati con Albania, Bosnia, Serbia e Montenegro. Il terzo è l’erogazione di “finanziamenti contro il traffico di esseri umani in questa rotta” e infine, “lavoriamo sull’allineamento della Serbia alla politica dei visti” dell’Unione Europea.