Migranti: sospetto russi dietro ai barconi libici

Migranti: sospetto russi dietro ai barconi libici

Aumenta il sospetto dell’intelligence che i russi possano usare i migranti come arma contro l’Italia.

Metà della Libia, la regione della Cirenaica è sotto il controllo delle milizie supportate da mercenari russi del gruppo Wagner. Da qui stanno partendo molti più migranti negli ultimi giorni che negli scorsi anni. Come rivelano fonti a Repubblica: “La Libia è un cannone puntato sulla campagna elettorale: l’immigrazione è forse l’arma più potente per chi ha interesse a destabilizzare e dunque a interferire sul voto di settembre”.

I servizi di intelligence italiana avevano lanciato l’allerta dopo l’invasione russa in Ucraina. La Russia potrebbe sfruttare metà della Libia sotto il suo controllo per far aumentare le partenze dei richiedenti asilo verso l’Italia e l’Europa. Dopo la caduta del governo Draghi, i flussi sono aumentati in dismisura da quella zona. Questo potrebbe essere un segnale non solo di destabilizzazione ma di palese interferenza nella politica del paese beneficiando chi ha fatto dell’immigrazione il suo cavallo di battaglia, ovvero la Lega di Salvini.

Migranti

I migranti usati per fare pressioni sulla politica italiana

Si tratta di un vero e proprio modo per mettere pressioni all’Italia, destabilizzata dalla caduta del governo Draghi – chissà che non c’entri anche con quello il Cremlino – e in campagna elettorale. In Cirenaica ci sono circa duemila mercenari nel governo di Tobruk governati da Mosca. I mercenari del gruppo Wagner – in omaggio al compositore tedesco – sono circa seimila. Mille sono in Ucraina dell’Est. Sono pericolosi e il loro motto è “la morte sono i nostri affari”.

I Russi sono interessati al petrolio libico, per questo sostiene il governo di Haftar a Tobruk contro quello di Tripoli sostenuto da Erdogan. Il Pd la settimana scorsa ha votato contro il controllo dei confini marittimi con il supporto della guardia costiera libica. Per questo, un governo di destra, filorusso tra l’altro, farebbe comodo sia alla Russia di Putin che al nuovo assetto libico.