L’editorialista della Gazzetta, su RMC Sport, ha analizzato il rapporto tra Milan e Bakayoko. Il riscatto, a suo parere, è un’operazione da evitare
Rino Gattuso, subito dopo il match con il Bologna, ha apertamente confermato ai giornalisti di non voler più parlare di questioni extra calcistiche. Il momento della stagione del Milan è troppo delicato per sprecare energie: tutta l’attenzione e la concentrazione deve convogliare verso l’unico obiettivo che conta, l’inseguimento alla tanto ambita Champions League. Alberto Cerruti, però, torna sul caso Bakayoko ai microfoni di RMC Sport: lo fa senza mezzi termini, affermando come il francese, a fine anno, debba esser lasciato libero di tornare al Chelsea.
Milan, Cerruti su Bakayoko: “Non lo riscatterei”
La necessità di arrivare uniti e compatti alla fine della stagione è elemento necessario. Dopo, però, sarà necessario valutare con lucidità quanto è accaduto. “È un compromesso, bisogna vedere se il fine giustifica i mezzi. Bakayoko garantisce qualcosa in più rispetto a Biglia, che è anche infortunato. Se dà la disponibilità potrebbe giocare, poi a fine stagione le strade si divideranno”.
“Non lo riscatterei – prosegue Cerruti ai microfoni di RMC Sport – in primis perché non vale 35 milioni e poi perché ha dimostrato di non essere un professionista serio. Il Milan deve comprare giocatori, basta prestiti, servono uomini di proprietà che si sentano parte integrante del progetto”.
Milan, sempre più probabile il ritorno al Chelsea di Bakayoko
Le strade di Tiemoué Bakayoko e del Milan, con tutta probabilità, si divideranno in maniera definitiva il prossimo 30 giugno del 2019. E’ quella, infatti, la data in cui finirà ufficialmente il prestito oneroso di 5 milioni di euro con cui Leonardo aveva prelevato il mediano francese durante la scorsa estate.
Nella valutazione del probabile mancato riscatto del calciatore emergono due elementi fondamentali. Il primo è l‘elevata valutazione data dal Chelsea al calciatore (35 milioni, a cui si aggiungono i 5 già precedentemente spesi). Quindi, ci sono anche le bizze comportamentali che, in questo periodo, si sono moltiplicate.