Savicevic, in rossonero dal 1992 al 1998, ha spento oggi le sue prime 53 candeline: un calciatore speciale, entrato subito nel cuore dei tifosi del Milan
La sua indolenza, il suo incedere caracollante, i suoi guizzi improvvisi, le sue giocate geniali. Aver vissuto gli anni ’90 da tifoso del Milan significa anche avere avuto la possibilità di conoscere la geniale sregolatezza di Dejan Savicevic. Mostratosi al mondo con la grande Stella Rossa poi vincitrice della Coppa dei Campioni nel 1991, il calciatore montenegrino approdò in Italia dopo un corteggiamento durato quasi tre anni.
Milan: a Barcellona la partita perfetta di Savicevic
I suoi numeri parlano di 97 presenze in Serie A, condite da 20 reti. Il palmares con i rossoneri è impressionante. 3 scudetti, altrettante Supercoppe italiane, una Coppa dei Campioni e 1 Supercoppa europea. Proprio la notte della quinta Champions del Milan è stata, probabilmente, quella più bella e iconica del passaggio di Savicevic in rossonero.
Una partita perfetta, contro dei rivali che sulla carta sembravano superiori. Il montenegrino, sul risultato di 2-0, recupera palla vicino al fallo laterale, vede il portiere Zubizarreta fuori dai pali e lo beffa con un pallonetto delicato e preciso che si insacca all’angolino. Era il 18 maggio del 1994, la sera della consacrazione europea di un Milan capace in quella stagione di vincere anche il suo terzo campionato consecutivo.
Genio fa rima con Savicevic
La carriera di Savicevic in Italia, terminata nel 1998, è stata sempre accompagnata dall’appellativo Genio. Un soprannome che calzava a pennello col suo stile di gioco e la sua imprevedibilità in campo. Dopo l’addio al Diavolo, la sua carriera è proseguita prima con un fugace ritorno all’amata Stella Rossa, poi tra le fila del Rapid Vienna. Il ritiro è giunto nel 2001. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo è stato allenatore della Serbia-Montenegro: adesso, invece, è presidente della federazione calcistica del suo paese.