Le parole del presidente rossonero sulla semifinale-derby di Champions League riaccendono la rabbia di chi non vuole il nuovo stadio
La lunga vicenda riguardante il progetto di un nuovo stadio a Milano si arricchisce di un ulteriore capitolo. Con Milan e Inter che stanno per affrontarsi nella doppia semifinale di Champions League nel vecchio San Siro, il presidente rossonero Paolo Scaroni si rammarica del fatto che il nuovo impianto non sia ancora pronto. In caso contrario, ha spiegato, potrebbe vendere i biglietti “a 5.000 euro ciascuno”.
Scaroni, fresco di nomina alla presidenza dell’Enel, specifica che questo prezzo-monstre sarebbe applicato solo alle aziende, mentre promette che il costo medio dei biglietti non aumenterà. Ma tanto basta per scatenare la bufera, perché proprio lo spettro dei rincari rappresenta una delle criticità fondamentali tra le tante presenti nel dossier-stadio.
Chi si oppone all’operazione prevede, tra l’altro, che con uno stadio dalla capienza inferiore a quella attuale di San Siro, l’aumento dei ricavi possa avvenire solo con notevoli rialzi del costo dei biglietti. Lo dicono la logica, la matematica, ma anche l’esperienza concreta di quanto avvenuto nella Premier League inglese, che su questo punto è avanti di trent’anni rispetto all’Italia. Nel bene e nel male.
Non ha nemmeno molto senso distinguere tra biglietti in vendita nel circuito “corporate” e quelli per i tifosi ordinari. Intanto, gli uni escludono gli altri e, in uno stadio di dimensioni ridotte, la questione non è certo secondaria. Inoltre, l’interesse delle aziende per gli sky-box negli stadi riguardano i grandi eventi: la semifinale di Champions League, appunto, ma anche le partite di cartello delle varie competizioni. Cosa succederebbe se Milan e Inter, per qualunque ragione tecnica ed economica, non fossero in grado di garantire match experience di questo livello? Entrambi i club, come tutti gli altri al mondo, hanno vissuto anni gloriosi e anni di vacche magre. Il Milan è stato anche due volte in B, dove evidentemente nessuna azienda si sarebbe messa in fila per comprare un biglietto a 5.000 euro. Al contrario, i tifosi rossoneri riempivano San Siro anche durante le stagioni di purgatorio nella cadetteria nazionale e, fosse anche solo per questo, meritano rispetto. Altrimenti ci si mette su un piano inclinato di continua ricorsa al calcio-business, che finirà col disamorare anche gli appassionati più viscerali.
