Dida, ai microfoni dei canali social ufficiali, parla dei tanti Milan-Inter vissuti in carriera: quelli di Champions, ovviamente, hanno un sapore speciale
Per alcuni anni è stato, con tutta probabilità, il portiere migliore al Mondo. Nelson Dida ha vissuto un decennio, tra alti e bassi, in maglia rossonera. Tante stagioni che gli hanno concesso di collezionare un palmares che ben pochi giocatori al Mondo possono invidiare. Lo scudetto del 2004, le Champions del 2003 e del 2007, il campionato mondiale per club vinto contro il Boca Juniors, le due Supercoppe europee, la Coppa Italia e una Supercoppa italiana rappresentano le gioie di Dida in rossonero. Alla vigilia di un derby di importanza capitale, l’ex portierone del Milan spiega ai canali social ufficiali del club i suoi ricordi della stracittadina milanese.
Dida su Milan-Inter: “La partita più importante”
“Rappresenta veramente la partita più importante per noi calciatori, perché sappiamo cosa significa giocare un derby qua a Milano. Preparare una partita così è particolarmente difficile, perché tutti i tifosi ne parlano. Sono quelle partite in cui, per vincere, devi fare il massimo: è sempre stato così anche quando giocavo anche io“.
Dida: “I derby più belli? Quelli di Champions 2004-2005”
II ricordi più belli di Dida sono legati agli Euro-derby di quindici anni fa. “Sicuramente quelli in Champions 2004-05. Indimenticabili. Abbiamo vinto la prima 2-0 con Stam e Sheva: stavamo vincendo anche al ritorno, poi ci hanno lanciato dei fumogeni e io sono stato colpito. Eravamo comunque carichissimi e concentrati“.
Sul rapporto coi tifosi. “E’ sempre stato fantastico da quando sono arrivato. Era bellissimo anche il riscaldamento, con tutti loro dietro la porta che ti sostenevano. Il rapporto in questi 10 anni è stato meraviglioso“. Le vittorie nei derby, poi, sono impossibili da dimenticare. “E’ un’emozione indescrivibile, significa tanto. Nei derby ero ancora più concentrato, perché vincerlo è fondamentale. Studiavo i miei avversari con grande attenzione, la concentrazione massima partiva già dagli spogliatoi“.