Mario Sconcerti sottolinea la “grande bellezza” messa in mostra dal Milan in queste prime uscite. Alla squadra di Giampaolo, però, manca qualcosa…
Bellezza e bel gioco già si intravedono: manca ancora la concretezza, un pizzico di cinismo in avanti e, forse, maggior peso in mezzo al campo. Quest’ultimo elemento, in particolar modo, è quello denunciato dal giornalista ed editorialista Mario Sconcerti che, dall’alto della sua esperienza, ha evidenziato come al Milan manchino ancora determinati tipi di calciatori. Il lavoro di Giampaolo, però, si vede.
Milan, Sconcerti: “Passati dalla forza all’eleganza: manca interdizione”
Il parere di Sconcerti va a sottolineare un nervo scoperto a livello di squadra. Nel caso in cui anche Franck Kessie andasse via, infatti, scomparirebbero dalla circolazione tutti quegli elementi in grado di fornire corsa e quantità al reparto mediano (ad esclusione forse di Krunic).
“Questo Milan è bello, forse troppo. Si è passati dalla forza all’eleganza, per strada si sta forse lasciando qualcosa. Bennacer, Paquetà, Krunic, Calhanoglu, Suso o Correa sono tutti giocatori di classe, ma potranno difendersi solo tenendo la palla. Krunic, molto interessante, è l’unico ad avere anche qualità d’interdizione. Le cose migliori sono gli estremi della squadra: Donnarumma in porta e Piatek davanti. In mezzo, per ora, c’è solo un buon odore…“.
Fabio Bianchi (Gazzetta): “Giampaolo, ottimo lavoro al Milan”
Più ottimista invece il collega della Gazzetta dello Sport Fabio Bianchi che, a differenza di Sconcerti, tende a sottolineare l’ottima qualità della manovra, da grande squadra. Un elemento che, a lungo andare, rafforzerà il Milan, dandogli una identità ben precisa.
“Giampaolo sta facendo un ottimo lavoro. Ha raccolto meno di Conte quanto a risultati, ma ha lasciato la netta impressione di una crescita continua sul piano del gioco. Contro il Manchester, oltre alla qualità della manovra, è emerso anche un certo carattere, da grande squadra, che ha consentito la rimonta. Conte e Giampaolo dimostrano di poter creare qualcosa di importante. I giocatori lo sentono e li seguono. Ora tocca alle società ascoltarli davvero e accontentarli“.