Sulle orme del licenziamento di Maldini, il Milan incontra l’intelligenza artificiale. Il giudizio di Leonardo.
Il panorama calcistico italiano ha assistito a un terremoto di dimensioni enormi: il licenziamento di Paolo Maldini dal Milan. Questo sconvolgimento, che ha preso alla sprovvista tifosi e addetti ai lavori, ha suscitato stupore e confusione, interpretato da molti come un tradimento verso il legame storico e passionale con la squadra rossonera. A dare voce al coro di ex colleghi del Diavolo che si sono espressi sulla questione, arriva Leonardo, che offre la sua prospettiva sulle future strategie societarie.
La decisione e le modalità di comunicazione del licenziamento di Paolo Maldini non sono sfuggite a coloro che hanno fatto la storia del Milan negli ultimi anni. Leonardo, una delle figure di spicco del club, ha manifestato la sua sorpresa nel Corriere della Sera: “Sono rimasto stupito, così come lo è tutto il mondo del calcio, soprattutto per le motivazioni del suo addio.“
Il terremoto rossonero e l’era della “macchina”
Al centro delle discussioni sul licenziamento di Paolo Maldini dal Milan, emerge prepotentemente il tema del mercato. L’acquisto di De Ketelaere dal Bruges per circa 35 milioni di euro, che non è riuscito a fare la differenza con la maglia rossonera, è stato considerato un fallimento. Tuttavia, ciò che ha stuzzicato l’attenzione di Leonardo, figura di spicco del club, è il ruolo dell’ex numero 3 nelle strategie di trasferimento.
Nell’intervista al Corriere della Sera, Leonardo ha dichiarato: “Non penso che Maldini si svegliasse ogni mattina con l’idea di comprare un giocatore. – aggiunge – Gli insuccessi sono di tutti, così come i successi degli acquisti di Theo, Maignan e Leao. – l’ex calciatore critica con veemenza la scelta – Oggi si preferisce l’algoritmo, ma non è una novità. – Conclude – Tutti l’abbiamo usato prima o poi. La società sembra sottovalutare l’importanza di un dirigente per la crescita dei giocatori, soprattutto uno che conosce l’ambiente del Milan come lui“.